Il 27 gennaio ricorre il giorno della memoria, una data fissata sul calendario per non dimenticare il genocidio compiuto dai nazisti nei confronti del popolo ebraico nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Nel mondo sportivo sono stati tanti coloro che si sono prodigati per salvare persone la cui vita era messa a repentaglio unicamente per la loro origine: tra questi spicca senza alcun dubbio Gino Bartali, uno dei più grandi campioni del ciclismo e dello sport intero.
Ginettaccio fu professionista per venti anni, dal 1934 al 1954 e riuscì a trionfare in tre edizioni del Giro d’Italia (1936, 1937, 1946) e in due Tour de France (1938, 1948), oltre a vincere numerose altre corse come una Milano-Sanremo e tre Giri di Lombardia. Ma la sua statura intellettuale non è affatto minore di quella sportiva: Bartali, infatti, la cui carriera fu indubbiamente condizionata dal secondo conflitto mondiale che gli impedì di incrementare ulteriormente il già ampio palmares, dal 2013 è dichiarato “giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem. È la massima onoreficenza assegnata dal 1953 ai non ebrei che sono riusciti a salvare vite ebree. Grazie alla sua attività clandestina, Bartali ne mise in salvo decine e decine.
Documenti dimostrano, infatti, che il corridore era solito, negli anni della persecuzione razziale, trasportare in sella alla sua bicicletta carte false per aiutare gli ebrei ad assumere una nuova identità e sfuggire in tal modo alla cattura, e quindi alla morte. Quest’attività fu resa possibile in quanto il campione, “cattolico devoto, nel corso dell’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio” con la collaborazione con il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e con l’arcivescovo della città Elia Angelo Dalla Costa. Per lo stesso motivo, nel 2005 l’allora Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi insignì i suoi familiari della medaglia d’oro al valor civile.
Ricordiamo, dunque, Gino Bartali non per le tante imprese compiute sulla strada, bensì per questa onorevole attività che gli permise di essere considerato “giusto tra le nazioni”. Qui un video celebrativo di questa grande figura dello sport italiano.