Organizzare il Giro d’Italia, un evento di tre settimane, non è facile. E realizzare un itinerario che porti la carovana rosa a lambire tutte le zone dello stivale è impresa ardua.
Ma per il Giro 2015 l’RCS non ha fatto il possibile per accontentare gli sportivi “meridionali”.
Quest’anno il punto più a Sud toccato dai “girini” è stata la Puglia con la quarta e la quinta tappa, attraversando le province di Bari e Taranto, dopo essere stati ospiti della tre giorni irlandese.
Anche la prossima primavera la corsa che dovrebbe essere di tutti gli italiani sconfinerà, facendo visita in Svizzera con le frazioni numero diciassette e diciotto: la prima arriverà a Lugano, con partenza l’indomani da Melide, comune svizzero del Canton Ticino sul lago di Lugano.
Punto più basso San Giorgio del Sannio, in provincia di Benevento.
E il Sud? Gli atleti di punta del ciclismo azzurro non vengono proprio dalle isole? Nibali, Squalo dello Stretto e Aru dalla Sardegna hanno un seguito di tifosi eccezionale che avrebbe gremito le strade del Mezzogiorno.
Ma ai tristi e sconsolati sostenitori del Sud, rispondono i nordici: “Noi abbiamo le montagne. Le strade sono più sicure e poi il Giro va dove ci sono i soldi“.
Nord e Sud: contrasto senza soluzione di continuità. L’importante è ricordare il messaggio del Giro: “È una grande festa, è musica“. Sperando che sia entusiasmante e spettacolare come quello vinto da Quintana.
Con un consiglio alla RCS: nel 2016 “Rotoliamo verso Sud“.