Il leitmotive di questa prima parte di Giro d’Italia: pioggia e cadute. Oggi sull’asfalto ci è finito quasi tutto il gruppo, un vero disastro. La velocità alta, uno spartitraffico e la possibilità di transitare solo a destra della rotonda (causa automobili ferme, ma perché?) insieme all’asfalto viscido, un cocktail letale. La salita verso Montecassino si trasforma in un vero e proprio calvario mentre le immagini drammatiche di Giampaolo Caruso, immobile sull’asfalto, fanno tanta paura.
Paura, tanta paura. Giampaolo è su un fianco, immobile. I minuti scorrono, un addetto alla sicurezza è lì ma dell’ambulanza nessuna traccia. Paolo Tiralongo, anche lui siciliano come Caruso, anche lui coinvolto nella caduta, si avvicina. Chino sul compagno gli dice qualcosa, Caruso gli fa un cenno piccolissimo, finalmente qualcosa che indichi che il corridore è cosciente. Il portacolori del Team Katusha lascia il Giro d’Italia in ambulanza, immagini che non vorremmo vedere. La corsa continua, le telecamere inquadrano i fuggitivi, a corto di fair play. Sanguinanti e doloranti decine di corridori arrancano, il dopo tappa diventa una conta dei feriti.
La Katusha è a pezzi. L’unico corridore della formazione russa a non esser caduto e Daniel Moreno che giunge al traguardo con il gruppo degli immediati inseguitori. Angel Vicioso ha una frattura al femore, Giro finito anche per lui. Si teme il peggio anche per Purito Rodriguez, le radiografie indicano una frattura alla mano e saranno le sue condizioni fisiche a decidere se sarà al via della tappa di domani. Probabile frattura della clavicola destra per Caruso che in questi giorni era in corsa già con una frattura dello scafoide.
In ospedale anche Stefano Pirazzi (Bardiani CSF) per accertamenti ad una spalla. Una ferita profonda al collo per Andrey Amador (Movistar) che necessita di analisi più approfondite. Clavicola rotta anche per Davide Villella (Cannondale) ed il bollettino medico è in continuo aggiornamento. Escoriazioni, lividi e contusioni importanti in tutti i team, notizie poco belle.