La stagione del tennis è ormai entrata decisamente nel vivo e noi di Blogdisport abbiamo contattato Laura Golarsa, ex tennista e da qualche anno telecronista per Sky, ma anche e soprattutto allenatrice con la Golarsa Tennis Academy. Ecco l’intervista.
Quali sono le differenze più rilevanti tra il suo tennis e quello attuale?
“Sicuramente la differenza più rilevante è la componente fisica, nel senso che ai miei tempi i fisici erano più minuti. Noi eravamo a cavallo tra la generazione di Panatta e quella di Sampras e Agassi, c’era meno attenzione all’evoluzione fisica, adesso invece anche il numero 500 fa una preparazione mirata dal punto di vista fisico, la tecnologia ha aiutato moltissimo anche per quanto riguarda l’alimentazione e anche per l’attrezzo. Una volta giocavi e ti allenavi e se avevi il talento, primeggiavi; ora serve anche il fattore fisico”.
Nutre qualche rimpianto per quanto riguarda la sua carriera da giocatrice?
“Credo di esser stata una privilegiata, perché sono pochissimi quelli che riescono, poi quando ti fermi, pensi che avresti sempre potuto fare meglio. Eravamo le prime ragazze che andavano negli Stati Uniti d’America, le prime con lo psicologo, quasi nessuno girava col coach. Il vero rimpianto è non aver avuto un coach di alto livello, per fare un percorso più netto. Al tempo l’America era l’unica via per arrivare ad un livello più alto”.
Secondo lei, Djokovic riuscirà quest’anno a vincere finalmente l’unico Slam che ancora gli manca, il Roland Garros, o dovrà attendere ancora?
“Sicuramente Djokovic attualmente è il più forte giocatore al mondo; è chiaro anche che in questo decennio Nadal sulla terra è stato il più forte, ma il gap si sta assottigliando, un po’ perché è calato lo spagnolo. Può essere l’anno giusto, il fatto che il serbo non l’abbia mai vinto non gli dà meno possibilità, subito dopo Nadal c’è lui”.
Crede che Nadal si riprenderà con l’avvio della stagione sulla terra subito dopo Miami, o che la sua evidente crisi continuerà?
“Non parlerei di crisi di Nadal, in quanto negli ultimi mesi ha avuto problemi fisici (tra cui l’appendicite), non gravi ma comunque importanti per un tennista, e giocare così ti condiziona e quando torni è normale non esser al cento per cento. Nadal sta recuperando da una situazione problematica, a sprazzi a Indian Wells si è rivisto quello vincente ma quando vieni da un periodo di inattività e con poche vittorie, anche lui è un essere umano e gli viene il “braccino”. La realtà è che ha già recuperato il suo livello, deve soltanto affinare la continuità e riavere lucidità, è principalmente questione di riprendere l’abitudine a certi match”.
Quanto a Federer, quante possibilità ha di vincere il diciottesimo Slam e a tornare numero uno?
“Federer ha poche chance di tornare numero uno, perché Djokovic sta benissimo fisicamente, è un alieno. Diventa perciò difficile pensare che Nole possa perdere tanti punti, anche se Roger si meriterebbe di tornare numero uno per chiudere la carriera. Per uno slam, invece, si vive più sugli episodi, sull’erba Federer ha le sue chances, parte ancora da favorito, mentre sul cemento è già più difficile”.
Secondo lei, si può stabilire chi sia il più grande tennista di tutti i tempi?
“Si può dire chi sia il più completo di tutti i tempi, ed è Federer a meritare questo titolo, anche se poi nello scontro diretto per quanto sia più bello anche stilisticamente, vince Sampras perché era più devastante e faceva più male. Federer si è gestito meglio ma non si possono fare paragoni con epoche diverse”.
Tra le donne chi dominerà questo 2015? Le solite o ci sarà l’esplosione di una giovane?
“In campo femminile non vedo l’esplosione di giovani perché la Bouchard ha sofferto dell’esposizione mediatica. Serena è in fase di calante, ma se, per fare un esempio, a Indian Wells, in finale troviamo ancora la Halep e la Jankovic, vuol dire che non c’è ricambio”.
Fra Dimitrov, Raonic e Nishikori, chi secondo lei avrà un futuro più roseo e vincente?
“Tra questi tre, credo che ad avere la carriera più ricca di successi sarà di sicuro Raonic, perché fa male e sta lavorando sulle sue lacune. Dimitrov è bello, completo, ma fa meno male del canadese, mentre Nishikori dev’essere sempre al massimo per poter competere”.
Tra i giovani italiani (uomini e donne), chi ha maggiori possibilità di fare il salto di qualità?
“In Italia abbiamo un parco giocatori molto buono, ma li roviniamo: basta vedere cosa accade a Quinzi rispetto a Kokkinakis. Nel ranking intorno al centesimo posto troviamo la generazione 92-96, mentre i nostri fanno ancora i challenge. Davvero un peccato che la cultura sportiva italiana rovini i nostri promettenti giocatori. La Giorgi viene da una cultura sportiva diversa e prima o poi riuscirà a primeggiare. Donati ha grandi potenzialità ed è più facile che emerga perché meno chiacchierato mediaticamente a differenza di Quinzi per esempio”.
Cosa pensa del divorzio della coppia Errani-Vinci?
“Peccato il divorzio tra la Errani e la Vinci, è penalizzante per entrambe perché avrebbero potuto vincere ancora, non c’è quindi una motivazione sportiva vera, probabilmente si è incrinato il rapporto fuori dal campo. Le due erano riuscite a creare anche “il personaggio” a livello mediatico, che è una cosa eccezionale”.
La soddisfa fare l’allenatrice?
“Allenare mi soddisferebbe di più se ci fosse attaccamento e riconoscenza, che invece manca. La cultura sportiva nel tennis sta assomigliando al calcio, ormai il sistema porta a far sì che dedichi tempo e lavoro, ma la famiglia non aspetta che il lavoro esca, e vuole tutto e subito senza avere pazienza”.
Come ritiene si potrebbe condurre la lotta al doping in modo più efficace?
“Per combattere il doping in modo efficace ritengo che dovrebbero fare tassativi prelievi di sangue 4-5 volte all’anno, e il controllo del dna risolverebbe il problema. Sono dell’idea che se si trova qualcuno positivo, quel qualcuno dovrebbe esser radiato alla prima volta”.
Ringraziamo Laura Golarsa per la gentilezza e la disponibilità, augurandole ancora tante soddisfazioni.