Dopo aver trascorso un’estate conquistando le copertine di giornali e siti online, battezzando le aperture dei tg sportivi e dei notiziari dedicati in radio a suon di figuracce mondiali, optì pobà, ingerenze presidenziali (vedi alla voce Lotito) nel ritiro azzurro e un tentativo-peraltro malriuscito-di s(ta)vecchiarsi, il nostro calcio ha esordito con il passo giusto nelle manifestazioni continentali di settimana. Tra Europa League e Champions, la tre-giorni europea ha portato in dote complessivamente cinque vittorie e un pareggio, condite da 12 gol (!) realizzati e un solo centro incassato.

Da Tevez a Bernardeschi, da un affermato campione straniero a un affamato talento tricolore, tanti sono stati i volti degli esordi del “riscatto”: l’Apache ha interrotto un digiuno di cinque anni e mezzo infliggendo una doppietta al Malmoe, guadagnando un altro attestato di amore dai cuori bianconeri e provocando qualche improperio dei colleghi della stampa, che ormai avevano la paginata assicurata sulla latitanza sotto rete dell’attaccante argentino quando risonava la musichetta della “Coppa con le orecchie”. All’antipasto juventino, è seguita la portata principale rappresentata dalla Roma: autentica schiacciasassi, la compagnia di Garcia ha fatto un solo boccone della (dis)armata russa rappresentata dal Cska Mosca, dando anche una piccola lezione di tattica. 4-3-3 is meio che 3-5-2, almeno per aggredire l’avversario in Champions.

Il poker del giovedì ha restituito il sorriso a più di qualcuno: dopo l’abbuffata contro il Sassuolo, l’Inter di Mazzarri, con ampio turnover al seguito, ha ottimizzato il centro di D’Ambrosio sul neutro di Kiev per aver la meglio sul Dnipro. Tornano a gioire Napoli e Fiorentina, una vittoria in quattro partite complessive sin qui in campionato: dopo gli incubi di Bilbao, i partenopei sono tornati a vincere grazie a Mertens (un mistero le sue panchine), mentre i ragazzi di Montella si sono sbarazzati con facilità di un non irresistibile Guingamp. Il Torino ha salutato il ritorno nell’Europa che conta dopo 22 anni con un pareggio a reti bianche in quel di Bruges. Dopo mesi di lacrime e sangue, il bicchiere del buon vino italiano torna a farsi largo sulle tavole europee. Frizzante come questa coda di estate, in attesa di misurarsi con il freddo inverno. In primavera tireremo le somme: in ballo, oltre al ranking, c’è la dignità calcistica.