Bentornata Serie A, con i tuoi pregi e i tuoi difetti, bentornati scommettitori e fantallenatori, bentornate domeniche di stadio o litigate in famiglia per il telecomando della televisione. Bentornata, o forse sarebbe meglio dire “Mal-tornata”. Ebbene si, un pò arruginita, con qualche doloretto in più, la Serie A sta invecchiando e non soltanto perchè gli anni passano per tutti. Doveva essere la stagione del rinnovamento del calcio italiano, quella in cui si sarebbe dovuto ripartire dai giovani per rifondare un sistema ormai antiquato. La Serie A è invece ormai diventata la passerella finale prima della pensione, quella che un tempo si faceva altrove, mentre da noi si costruivano le carriere.
Vidic, Marquez, Ashley Cole, Evrà, Keità, sono solo alcuni dei “nuovi” arrivi che hanno popolato la Serie A in questo mercato estivo, e poco importa se la Juventus ha preferito vendere Immobile, capocannoniere della scorsa stagione, per prendere Morata, poco importa se la Lazio ha ceduto Filippini, uno dei terzini più promettenti del campionato primavera, per sostituirlo con Braafheid, terzino olandese svincolato e con un anno di inattività alle spalle, come importa poco se il Milan preferisce comprare Van Ginkel piuttosto che far spazio a Cristante o Saponara. Qualche anno fa, nemmeno troppo lontano, Vieri pregava l’Atletico Madrid per tornare in patria, Ronaldo lasciava il Barcellona per andare a vestire la maglia dell’Inter, e Totti rifiutava i soldi e la maglia del Real pur di rimanere in Italia. C’era una volta, anche se per noi malati di pallone c’è ancora, il campionato più bello del mondo, e quindi in ogni caso bentornata cara vecchia Serie A.