Lo chiamano il Mondiale di Primavera perché nel panorama degli under 23 è una delle gare più sentite dell’intero calendario. Oggi, per la 72^ volta, si è disputato a Roma il GP Liberazione, nato per commemorare la cacciata dei nazi-fastisti nel 1945.
Una festa di sport e un appuntamento culturale che, edizione dopo edizione, non manca di raccogliere migliaia di persone lungo le strade della capitale. Quest’edizione è stata in bilico fino a pochi giorni prima dello svolgimento per via di difficoltà organizzative che hanno interessato la Primavera Ciclistica, equipe di appassionato che ogni anno si occupano di allestire la gara.
È servito l’intervento in extremis del Ministro dello sport Luca Lotti a salvarla e lo stesso rappresentante delle istituzioni è stato presente quest’oggi per dare il via alla corsa, dopo aver effettuato un minuto di silenzio in memoria di Michele Scarponi, a cui contemporaneamente si stava dando l’ultimo addio nella sua Filottrano.
Dal punto di vista prettamente sportivo, dopo il trionfo di Vincenzo Albanese nel 2016, ora passato professionista nelle file della Bardiani-Csf e in procinto di prendere parte al suo primo Giro d’Italia, è toccato a Seid Lizde (Team Colpack) vincere in solitaria l’edizione 2017 al termine di una splendida fuga. Di genitori bosniaci, Seid è nato a Catania ed è cresciuto a Pordenone. ha poi trascorso i primi anni nelle categorie giovanili in Veneto e ora vive a Bergamo con la fidanzata.
Insomma, un bel viaggio per il ragazzo che è già da diversi mesi considerato una delle possibili promesse del ciclismo italiano del futuro. Lo stesso corridore ha dichiarato dopo la gara di essersi sentito “molto forte” e di aver voluto fare selezione già nella prima parte, salvo poi decidere di aspettare un po’. Un successo che non passerà inosservato ai team professionistici che sono sulle sue tracce.
Al secondo posto si è piazzato Michel Piccot, che con Lizde aveva dato vita alla fuga. Terza posizione per il campione europeo Alexandr Riabushenko, che ha dovuto fare i conti con la sfortuna di un incidente meccanico al secondo giro.