Marek Hamsik pensa e ripensa sulle cause del suo appannamento (LaPresse)

Marek Hamsik a Napoli è considerato un re. Sin dal 2007, quando arrivò ragazzino dal Brescia, con un’acconciatura ancora «normale» e dentoni alla Ronaldinho. Il brasiliano, però, negli anni a venire si sottopose a intervento per limitare i sorrisi a due denti, facendo laureare lo slovacco come unico possessore dei «dentoni d’oro». Scherzi a parte, il forte calciatore partenopeo, dopo stagioni giocate ad altissimo livello, quest’anno ha conosciuto il significato del sostantivo involuzione. Prestazioni al di sotto della media, giocate non più geniali, tranne qualche occasione, e casella dei gol che piange inesorabilmente.

In campionato, Hamsik ha giocato la bellezza di quasi 30 partite condite da 6 reti. Addetti ai lavori, giornalisti, gli stessi tifosi del Napoli si sono chiesti i motivi di questa crisi, anche perché non è possibile che un elemento come il classe ’87 sia così in difficoltà. Qualcuno ha dato la colpa ai molti anni vissuti sotto il Vesuvio, con una sorta di appagamento dopo più di 100 presenze con la stessa maglia, mentre altri dicono che sia Benitez la causa dell’annebbiamento del calciatore. Il 4-2-3-1 del tecnico spagnolo, infatti, limita molto gli inserimenti di Hamsik, abituato a svariare in tutta la zona offensiva e a inserirsi negli spazi creati dai compagni. Anche ieri, contro l’Inter, il numero 17 non ha particolarmente brillato.

Negli anni scorsi, fattore da non sottovalutare, il calciatore nato a Banska Bystrica, ha sempre disputato le sue migliori stagioni con un solo modulo tattico, ovvero quel 3-5-2 adottato da Reja, Donadoni e Mazzarri, tutti allenatori che lo schieravano tra le linee con licenza di offendere e prendere per mano la squadra. Anche a Brescia, con Ivo Iaconi in panchina, Hamsik giocava nello stesso ruolo e col medesimo schieramento, che prevedeva le sue penetrazioni centrali. Fino allo scorso anno, con 11 reti in 38 partite di campionato, il nazionale slovacco pareva imprescindibile, ma adesso qualcosa è cambiato.

Benitez non cambia idea su di lui, lo vuole sulla linea dei trequartisti, ma senza risultati eccellenti che, di fatto, hanno fatto storcere il naso a molti tifosi azzurri e non solo. Anche il calciatore, dopo la gara di Europa League contro il Porto, dichiarò «Non riesco a fare le solite giocate, non sono più io», aprendo ipotesi di mercato che lo stesso Hamsik allontanò immediatamente senza alcun dubbio. Dopo quel maledetto infortunio al piede, patito dopo Lazio-Napoli dello scorso 2 dicembre, la luce si è spenta all’improvviso, facendo iniziare il periodo buio di un calciatore importante non solo per il Napoli, ma anche per l’intera Serie A.

Il prossimo 3 maggio, «Marekiaro» dovrà trascinare la sua squadra verso la conquista della Coppa Italia contro la Fiorentina. Certamente una gara da non sbagliare, anche perché, in caso di sconfitta e prestazione scadente, le sirene di mercato potrebbero nuovamente suonare e, con De Laurentiis, non è il caso di scherzare. Le cessioni di Lavezzi e Cavani, con tanti soldi ricavati dalla società partenopea, sono, in tal senso, emblematiche. Intanto, Liverpool e Inter attendono…