1. La classe. Quel misto di eleganza e stile che nel calcio è rara. Quello che non hanno tutti i campioni, ma solo alcuni. Quello che ti permette di rispondere ad uno schiaffo con un sorriso.
2. Il sorriso, appunto. Perché ti ricorda che il calcio è divertimento, e che la vita è bella. Anche e soprattutto quando vesti la maglia numero 10 della tua squadra, e ne sei diventato una bandiera. Il sorriso batte il mugugno, sempre.
3. Il gol di tacco. Ce ne sono tanti di gol di tacco, alcuni anche più belli di quelli che ha fatto Del Piero. Ma in finale di Champions vale doppio, o no?
4. I gol. 290 con la maglia della Juventus, ed è il calciatore nella storia bianconera ad aver realizzato più marcature in partite ufficiali. Da quella notte in cui contro la Reggina in Coppa Italia superò Boniperti.
5. La fascia da capitano. Portata al braccio, come si porta un qualcosa che si ama. Un capitano, come tanti. Il capitano, come pochi.
6. La fedeltà. E quella Serie B giocata a testa alta. E lo smoking lasciato immacolato in una discarica chiamata calciopoli, qualunque cosa sia stata. Del Piero era fuori. Ma Del Piero era dentro quando giocava in Serie B, c’era. Sempre. E il duecentesimo gol con la maglia della Juventus al Frosinone. Solo lui sa quanto vale.
7. Il saper rinascere. Dopo l’infortunio del ’98, dopo l’errore agli europei del 2000, dopo la morte del padre, dopo le esclusioni di Capello, dopo il mancato accordo con la nuova dirigenza bianconera. Del Piero si è saputo rialzare sempre.
8. Il gol alla Del Piero. Lasciato in eredità, per sempre, al nostro calcio. Quello che ricorderemo anche tra 50 anni quando in ragazzino in qualunque categoria disegnerà una palombella che assomiglia ad una poesia.
9. Il tempo passato. Tanto, forse troppo, e di colpo sembra un soffio. I tanti anni in campo in Italia, e poi l’Australia. E quel 13 Maggio allo Stadium, che sembra sia stato ieri. Ed è passato del tempo. E ne è passato anche dall’esordio, da quando Del Piero è diventato Del Piero.
10. La maglia. Il 10. Per sempre