Nel vivo dell’emergenza Coronavirus, che senso ha scegliere il miglior calciatore di una stagione falsata e interrotta?
In questo contesto di incertezza e di emergenza, legata al Coronavirus, tutte le competizioni sportive sono state giustamente fermate. E così rischia di saltare, o per lo meno ci si interroga sul poterlo fare, un altro appuntamento attesissimo: quello del Pallone d’Oro.
L’edizione del 2020 sarebbe la 65esima nella storia del trofeo, con il quale la rivista sportiva specializzata France Football premia ogni anno il giocatore più forte di quella stagione. Prima solo gli europei, poi quelli di tutto il mondo. Un trofeo che negli ultimi 12 anni è stato quasi completo appannaggio del duo Lionel Messi e Cristiano Ronaldo, inasprendo e rendendo ancora più ricca una rivalità individuale e sportiva che finirà dritta nella storia del calcio. Più poetico, fantasioso, romantico il campione argentino del Barcellona, più letale, meccanico, alieno il portoghese oggi in forza alla Juventus. Per ora il parziale è di 6 a 5 per quello che in molti definiscono l’erede di Diego Armando Maradona. Oltre un decennio di duopolio, che vede come parentesi diversa la vittoria, risalente ormai al 2018, del croato Luka Modric, il centrocampista del Real Madrid a lungo corteggiato dall’Inter.
Una vittoria diversa poteva arrivare anche lo scorso anno, quando il difensore del Liverpool Campione d’Europa, Virgili Van Dijk, sembrava veramente poterla spuntare. Tecnico, roccioso, invalicabile, preciso nell’impostare, insuperabile nei contrasti: l’olandese era il nome perfetto per spezzare la monotonia del premio. E invece no, ancora una volta Lionel Messi, ancora una volta polemiche.
Ma torniamo al presente, perché sul Pallone d’Oro 2020 c’è un grande punto interrogativo: in un contesto simile, ha senso assegnarlo? Mentre i campionati nazionali sono fermi, mentre Champions League ed Europa League sono bloccate, mentre addirittura le Olimpiadi di Tokyo 2020 sono state rinviate, che senso ha assegnare il Pallone d’Oro?
Le fazioni sono, ovviamente, separate. Da un lato c’è chi afferma che in una stagione simile, dove i campionati (se finiranno) saranno liquidati in fretta e furia, è inutile e anche sbagliato scegliere un miglior giocatore: l’anno solare sarebbe ovviamente falsato. Dall’altro invece c’è chi invece vede nel Pallone d’Oro un modo per tornare alla normalità, per dare un qualcosa ai tifosi, agli appassionati. Un piccolo assaggio di normalità, una normalità che manca a tutti e che si potrebbe riassaggiare con l’assegnazione del Pallone d’Oro.
Difficile dire chi avrà la meglio. Quello che rimane, comunque sia, è la storica frase di Arrigo Sacchi: “Il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti”. Ed è bene ricordarlo anche in contesti e in dibattiti simili.