Tutti vogliono Jackson: qualità fisiche straordinarie e grande senso del goal fanno di lui l’oggetto del desiderio dei club più blasonati. 35 milioni sembrano addirittura troppo pochi per la qualità che il colombiano garantisce alla fase offensiva. Fossilizzati su Jackson, Marione quatto quatto atterrà a Torino, sponda bianconera, senza troppi patemi d’animo: 18 milioni e Marotta si assicura il diavolo croato. Ora, il punto è: Martinez vale davvero il doppio di Mandzukic? Entriamo più nel dettaglio:
JACKSON MARTINEZ, UNA CARRIERA NON ANCORA EUROPEA- Il classe 1986, dopo 53 goal in 149 presenze nell’Independiente Medellin non cambia continente, spostandosi però lievemente a nord: il Jaguares avrà l’onore di averlo con se per 3 stagioni. Dopo 31 goal nelle file dei messicani, bussa alla porta la sua squadra in cui milita attualmente, il Porto, e lo preleva per 8,8 milioni di euro. La responsabilità che si deve accollare è molto pesante: non deve far rimpiangere ai tifosi portoghesi la partenza di Hulk, trasferitosi in Russia alla corte di Spalletti. Presto il Porto diventerà Martinez-dipendente: nella sua prima stagione sigla 31 reti in 40 presenze, e con 26 centri si laurea capocannoniere della Primeira Liga. Nelle due stagioni successive, 93 presenze e 61 goal lo innalzano a ricercato uomo mercato, con tutti i maggiori club europei che hanno almeno sondato il campo per lui. Quasi cento goal in tre stagioni fanno lievitare il suo cartellino fino alla cifra attuale, 35 milioni. Il salto europeo è ad un passo.
MARIO MANDZUKIC, IL CROATO GIROVAGO- Anche lui classe 1986, passa dalla Croazia alla Germania, successivamente Spagna e ora Italia. 182 goal in carriera contro i 176 del colombiano, si fa subito notare nel Marsonia, e dopo una stagione passa all’NK Zagabria. 17 goal in 57 presenze gli valgono la chiamata della Dinamo, non cambia città ma cambia completamente stile di gioco. E’ un Mandzukic più cinico, più freddo, più determinante: dopo 63 goal si avvera il sogno che ogni calciatore ha. Il Wolfsburg lo preleva dai croati e, dopo una prima stagione di rodaggio, conquista il posto da titolare tra i tedeschi e si fa notare per sacrificio e dedizione alla fase difensiva, nonché per le prestazioni di spessore. Due stagioni dopo il suo approdo in Germania, i vincitori della Bundesliga del Bayern Monaco sborsano 13 milioni per assicurarsi le sue prestazioni, e sorprendentemente Marione fa un ulteriore salto di qualità. Corsa, tiro, fisico, potenza, sacrificio: vocaboli che riflettono le due più che positive stagioni bavaresi. 22 milioni il Bayern libera il suo pitbull inferocito, direzione Colchoneros. Non trova troppa continuità ma nonostante tutto riesce a mettere a segno 20 centri in 43 goal, fino a guadagnarsi l’interesse dei juventini, che firmano un assegno di 18 milioni per portarlo a Torino. La Serie A sarà il giusto palcoscenico per valorizzare le sue qualità?
Passando al confronto tra i due, il divario tecnico è a dir poco misero, per non dire inesistente. 29 anni per entrambi, prestanza fisica pressoché identica, grinta da vendere sia nel croato che nel colombiano. A favore di Martinez va il più acuto senso del goal, anche se Mandzukic ha segnato nel complesso di più di Cha Cha Cha Jackson, disputando tuttavia 54 gare in meno. In questa ottica, non possono essere tralasciate considerazioni del tipo squisitamente qualitative: i contingenti tecnici presenti in Portogallo sono ben inferiori di quelli tedeschi o spagnoli. Con questo non voglio assolutamente dire che i goal di Jackson sono tutti frutto delle difese poco “affidabili” che popolano la Primeira Liga, ma, obiettivamente, è molto più facile segnare contro il Benfica che non contro Barcellona e Real, per fare un esempio.
Altro punto a favore di Mario è la maggiore esperienza europea e la straordinaria capacità di ambientarsi, che in un club che vuole ambire a palcoscenici importanti non sono da tralasciare. Nel caso della Juventus, l’ex Bayern è molto più indicato rispetto al colombiano, considerato che ai bianconeri serve “un prodotto pronto per l’uso”, un centravanti su cui fare sicuro affidamento, e Martinez questa sicurezza, proprio per la sua inesperienza europea, non può darla. E soprattutto se devi sborsare 35 milioni per un giocatore non sapendo se il calcio europeo sia adatto alle sue caratteristiche questo aspetto lo valuti, e non poco. Di contro c’è però il rischio che talvolta si deve tentare, si deve tentare per trovarsi nelle mani un fuoriclasse: se il Liverpool non avesse pagato circa 27 milioni di euro Luis Suarez, proveniente da un campionato olandese sostanzialmente privo di fuoriclasse in difesa, non avrebbe fatto una plusvalenza di circa 50 milioni.
Ma è questo il caso? Il gioco vale la candela?
Mandzukic, gran bell’acquisto; Martinez, gran bell’incognita.
Parafrasando Ligabue: chi si accontenta gode.
Discutine con l’autore sulla pagina facebook