Udinese-Roma è stata la partita del momentaneo aggancio dei giallorossi alla Juventus, ma è anche stato il match di un gol fantasma, l’ennesimo. Di episodi simili se ne vedono quasi ogni settimana e nonostante la loro frequenza, chi è in alto, chi dovrebbe prendere delle decisioni, si astiene, rifugiandosi nella retorica o in un “vedremo…”.
Astori al 17’ colpisce di testa, la palla centra prima l’incrocio interno dei pali e cade poi sulla/aldilà la linea di porta, proprio in quello stadio, proprio a sfavore di quella squadra che in Italia fu la prima a promuovere la tecnologia per combattere i gol fantasma. Quel club che fu il primo in Italia a sperimentare per la Fifa la tecnologia per i gol dubbi, addirittura nel 2006, in un Udinese-Reggina di una domenica di novembre. Quel club che nel 2010 fu il primo ad installare al Friuli i sensori che avrebbero dovuto essere un punto di partenza ma che si sono rivelati un punto di arrivo, un punto morto di arrivo, perché i sensori possono anche esserci ma senza normative non si può andare da nessuna parte. Quegli stessi sensori che ora sono spenti, alla faccia dei loro costi ma soprattutto alla faccia dell’Udinese, che oggi ha dovuto vedersela con un destino avverso, che non sempre premia gli innovatori, o chi vuole fare dei passi avanti.
Colpa di chi pensa che l’umano sia impeccabile, o che la tecnologia possa rovinare il calcio inteso come gioco, dimenticando tutti i danni causati da altre faccende. Gli arbitri di porta possono servire poco o nulla in casi come quello di Udine, dove un giudizio non lo si riesce a dare nemmeno dopo aver visto milioni di inquadrature, comodamente seduti sul divano o davanti ad una telecamera. Si guardi la foto per farsi un’idea.
C’è chi dice si, c’è chi dice no, c’è chi non dice proprio nulla. Oggi, domani e presumiamo nei prossimi giorni anche in base a come andrà a finire Juventus-Inter, non potremo non parlarne, perché la decisione è stata presa da un uomo e ciò esclude la certezza di infallibilità che invece garantirebbe l’intervento della tecnologia. Da qui a due settimane tutti parleranno di tecnologia nel calcio, tutti promuoveranno iniziative, salvo poi rifugiarsi nel nulla, arrendendosi al silenzio di chi comanda e facendo precipitare il tutto nel dimenticatoio. Almeno fino al prossimo ”Udinese-Roma” ed al prossimo gol fantasma.