A meno di 24 ore dai cori di gioia e di esaltazione per l’Italia che funziona, quella formato coppe europee con en-plein di vittorie, avversari “matati” e punti nel ranking Uefa recuperati, il Belpaese torna…nel pallone: Genoa-Parma non si giocherà. Domenica porte chiuse e protagonisti assenti a “Marassi”, lo stadio più “british” che iln nostro calcio possa annoverare: di britannico, però, qui, c’è solo la Manica…larga di chi ha permesso il suicidio assistito del club ducale, che oggi rischia concretamente di falsare il campionato. Ma come si è arrivati dal “A Genova con le nostre auto” pronunciato in settimana da capitan Alessandro Lucarelli al “niet, in campo non ci andiamo”? La motivazione è semplice: una protesta dal sapore di barricata. Della serie: voi (Lega) avete contribuito a questa situazione, e ora sta a voi risolverla.

E dire che fino a ieri sera sembrava che la linea dura potesse passare in secondo piano: l’Associazione Italiana Calciatori aveva comunicato l’intesa ratificata tra i suoi tesserati per avviare con 15 minuti di ritardo tutte le partite del prossimo turno di Serie A. Troppo poco, evidentemente, per i ragazzi di Donadoni, che ora si preparano a vivere un altro weekend di riposo forzato: e chissà che questo non sia il film horror fino alla fine del torneo. Comune, Figc e Lega pensano al fallimento pilotato, ragion per cui il 19 marzo è stata fissata un’udienza in tribunale: dall’altro lato, diverse società hanno manifestato contrarietà al salvataggio del Parma attraverso l’autotassazione. Tra queste, Atalanta, Chievo, Fiorentina, Napoli, Roma, Udinese e Verona: qualcuna tra le piazze citate è anche passata dal fallimento, ma parliamo di tempi e ragioni lontane nel tempo. Più di qualcuno ha ricordato: “Dobbiamo pensare noi a salvare il Parma dopo che hanno drogato il mercato in questi anni?”.Eloquente il riferimento a Tommaso Ghirardi, l’ex presidente che oggi intervistato dalla Gazzetta dello Sport si è detto tradito da Taci ma ha rinnegato ogni legame tra le attività commerciali in Slovenia che lo accomunano all’imprenditore albanese e a Manenti e il caso-Parma.

L’ira dei tifosi sul web è ormai un fiume in piena: oggi qualcuno polemizza anche con i calciatori “milionari”, invitandoli a rispettare la regolarità del campionato. Ma sarebbe regolare un torneo in cui una squadra dorme con hotel pagati dall’avversario o viaggia in macchina per la Penisola? Intanto nel pomeriggio il sindaco Pizzarotti attende Manenti, e la fumata grigia precluderebbe altri incontri. Di certo c’è in ballo la reputazione di una città che col calcio ha costruito un brand conosciuto in tutto il mondo, della città di provincia che salì sul tetto d’Europa il 12 maggio 1993 e di tutto il calcio italiano. Che dopo un’esaltante incursione europea, oggi torna bruscamente sulla terra.
(Twitter: @GuerraLuca88)