È l’Inter dei ritorni, senza dubbio. Dopo il rimpatrio di Roberto Mancini concretizzatosi qualche mese fa, il club meneghino ha ormai messo nero su bianco i dettagli per assicurarsi il ritorno di un altro dei principali artefici di quella che fu la grande corazzata forgiata dal tecnico jesino e condotta al successo dal mago di Setùbal, Josè Mourinho. Stiamo parlando dell’ex centrocampista serbo Dejan Stankovic, che potrà finalmente tornare a vestire i colori nerazzurri, anche se da dirigente.
Dopo una stagione passata al fianco dell’ormai ex allenatore emergente Andrea Stramaccioni all’Udinese, Stankovic torna ad abbracciare un ambiente che aveva lasciato da due anni, con un saluto all’epoca accompagnato dalle lacrime, perché lui in campo aveva sempre dato tutto e quei colori non li avrebbe mai voluti abbandonare, nemmeno per un istante.
Ma da quel momento di tempo ne è passato anche se sulla panchina dell’Inter siede ancora Roberto Mancini, quel tecnico che Stankovic conosce bene in quanto suo giocatore ai tempi della Lazio, e dell’Inter successivamente, diventando uno dei suoi fedelissimi. Ma a discapito di tutto quello che sulla carta sembra essere mutato, c’è un qualcosa che sembra non aver subito variazioni nonostante i cambiamenti fisici inevitabilmente causati dal tempo che passa, la fame di vittorie.
Quello di Stankovic è un ritorno a metà strada tra il romantico e lo scaramantico. Con il suo arrivo dalla Lazio, l’Inter iniziò la sua ascesa, con il suo addio si concretizzò una parabola discendente che appare ancora oggi senza fine. Ma scaramanzia a parte, Stankovic sarà chiamato a ricoprire un ruolo importante, quel ruolo che un tempo era stato di un altro interista doc, Gabriele Oriali, incomprensibilmente bistrattato ed abbandonato all’indomani del magico Triplete conquistato dal club sotto la gestione mourinhana. Come appare scritto sul comunicato pubblicato dai canali tematici nerazzurri, il serbo sarà il nuovo team manager della società, farà dunque da stola tra il campo e la dirigenza.
Non sappiamo se l’ingresso del drago all’interno dello staff dirigenziale nerazzurro produrrà gli effetti sperati, quel che possiamo dare per certo è che con lui, l’Inter tornerà a respirare ventate di passione e grinta, quei sentimenti tipici dei soldati di mille battaglie, per dirla con le parole del Vice Presidente, il cui cuore è stato eternamente temprato dalle vittorie e dalle sconfitte di quella che fu la vera, grande ed unica pazza Inter.