Dopo Juventus-Roma, il sottoscritto, ha chiuso PC, tablet, cellulare per dedicarsi esclusivamente al relax. Il perchè? Immaginavo di poter vedere, ammirare polemiche stucchevoli e ricche di “cattiveria”, dunque meglio leggere un buon libro che altro. Ho capito, però, che il nostro Paese è inferiore al resto del mondo.
In Italia si susseguono episodi strani. C’è chi litiga, discute per una partita di calcio, ma quando c’è da protestare contro la disoccupazione rimane a casa a gustarsi i gol della Champions League.
In Italia, improvvisamente, tutti sono direttori di gara, commentando con grande “imparzialità” gli episodi di un match.
In Italia, una semplice partita di pallone, diventa una guerra. Rigori dati, non dati, il gol regolare, quello irregolare, ma di serietà nemmeno l’ombra. Forse sarà l’autunno che imperversa sulla nostra Nazione.
In Italia puoi ammirare campioni di una certa età che si comportano come bambini iscritti al primo anno di asilo. Frasi di un certo tenore andrebbero bandite, ma da Trieste a Trapani tutto è lecito.
In Italia ci lamentiamo della morte di Ciro Esposito, Vincenzo Spagnolo, ma alcuni giornalisti o protagonisti di un incontro di calcio, aizzano la folla scrivendo o proferendo pensieri opinabili che aumentano l’odio verso una o l’altra squadra. Questi soggetti, comunque, sono sempre in prima fila a fare la morale dopo gravi episodi, dando la colpa agli ultras.
In Italia siamo abituati a vivere male un giorno di festa, figuriamoci un classico Juventus-Roma che, per colpa di qualcuno, è diventata una partita da codice rosso. Dovremmo riflettere tutti e non sbraitare.
In Italia si ha la memoria corta. Gli errori arbitrali possono accadere ovunque, anche in Islanda, ma lì la civiltà è fondamentale rispetto al nostro Paese. Se la stessa rete convalidata in Serie A, viene ratificata la settimana successiva in Champions League, le diatribe termineranno, perchè in campo europeo i direttori di gara sono in buona fede.
In Italia si presentano interrogazioni parlamentari per un incontro di Serie A, quando il Belpaese fa acqua da tutte le parti.
In Italia si ha sempre la cultura del sospetto. Si perde sempre per colpa di qualcuno, mai per gli errori personali o della propria squadra.
In Italia nessuno parla del rigore inesistente concesso alla squadra parrocchiale perchè, con tale compagine l’arbitro può andare a favore o sfavore, non importa.
In Italia si parla di cultura sportiva, ma siamo sempre i primi a sospettare del primo che ci passa accanto.
In Italia non cresceremo mai.