Erick Thohir alla guida del club nerazzurro dal novembre 2013

L’arrivo di Erick Thohir a Milano, sponda nerazzurra, nello scorso mese di novembre ha fatto storcere il naso a molti tifosi dell’Inter presenti sulla terra. Lui, con quella faccia da “bamboccione”, è diventato presidente del club meneghino perché voglioso di farlo. I sostenitori, comunque, nonostante le rassicurazioni di Massimo Moratti, della sorella Bedy, del custode di Appiano Gentile, hanno dato fiducia all’indonesiano fin da subito, seppur con qualche remora. La contestazione, arrivata indirettamente a Thohir, durante il mancato affare Guarin-Vucinic, ha forse aperto gli occhi all’uomo venuto da lontano che, da quel momento in poi, ha capito le difficoltà di una piazza abituata a vincere negli ultimi anni. Parliamoci chiaro, il ciclo quasi ventennale di Massimo Moratti si è chiuso con la conquista della Champions League. Dopo la finale di Madrid del maggio 2010, l’ex numero uno dell’Inter doveva vendere i tre prezzi pregiati (Julio Cesar, Maicon, Milito) a cifre monstre, richiesti all’indomani del trionfo contro il Bayern Monaco. Sarebbe stata l’occasione per rifondare la squadra, aprire una nuova era e mettere a posto il bilancio. Invece, vuoi per la troppa riconoscenza di Moratti nei confronti degli eroi del “Triplete”, la squadra ha continuato a non avere il cambio generazionale necessario, accumulando debiti su debiti, vincendo poco.

Poi, negli ultimi tre anni, le stagioni dell’Inter possono essere paragonate a una sorta di “lazzaretto” con molti esoneri di altrettanti tecnici che hanno ricordato i tempi dei via vai sulla panchina nerazzurra. Anche per questo, e per il passivo accumulato, Moratti ha dovuto cedere le proprie quote a Thohir che, a distanza di 9 mesi dal suo insediamento, ha preso decisioni coraggiose. Addio ai cosiddetti senatori, che hanno fatto risparmiare circa 20 milioni di euro alla voce ingaggi, sponsorizzazioni più “consistenti” con Nike e Infront e spesa oculata nel mercato. Fino a questo momento, infatti, sono arrivati calciatori di livello (Vidic, Dodò, M’Vila, Osvaldo e Medel) con una spesa che non supera i 7 milioni di euro. Un grande lavoro del direttore tecnico Piero Ausilio, alla guida delle trattative nerazzurre dopo il “ciao, stammi bene” rivolto a Marco Branca.

L’Inter, ricordiamolo, nel giugno 2013 ha accumulato debiti per circa 432 milioni di euro e, grazie al magnate indonesiano sta tentando di risalire la china con una sorta di opera di rifinanziamento che si aggira intorno ai 250 milioni di euro. In parole povere: il club deve arrivare nel giro di 5 anni a ricavare più di quanto spende (il contrario di quanto accaduto nella gestione Moratti, capace di sborsare 1,2 miliardi di euro) altrimenti potrebbero aprirsi scenari inimmaginabili fino a poco tempo fa. E intanto il Fair Play Finanziario incombe…