Walter Mazzarri e Rafa Benitez sono troppo diversi. Nel destino hanno due panchine in comune, quelle del Napoli e dell’Inter, con due storie ancora una volta diverse. Quasi opposte, che domani si ricongiungeranno in Inter-Napoli.

Il primo, italiano e con un passato nei campi di provincia, prima di rendere grande il Napoli. E di provare a fare la stessa operazione con un’Inter raccolta dal nono posto dell’era Stramaccioni, ma non ancora risollevata. I quattro anni di Mazzarri al Napoli sono stati ricchi di soddisfazioni, complice anche una squadra forte e ben organizzata. E un connubio perfetto tra una squadra organizzata bene e le caratteristiche tattiche di Walter, più volte definitosi profeta della difesa a 3. O a 5, per essere un po’ più cattivi. Con gli esterni a tutto campo, ma piuttosto bloccati, e gli attaccanti liberi di spaziare e allungare la squadra. E se si tratta di Cavani e Lavezzi sembra tutto più semplice. Mazzarri rimane saldo sulla panchina nerazzurra anche ora che la nave è in tempesta, e per dirla con Dante assomiglia più ad una nave senza cocchiere che ad una squadra.

Chissà che avrà pensato Benitez, che fu esonerato due giorni prima di un Natale in cui in casa nerazzurra si sarebbe dovuto festeggiare un mondiale per club vinto. Benitez all’Inter fu il dopo Mourinho, e leggenda narra che per prima cosa rimosse tutte le foto dello Special One dallo spogliatoio. Il ruolo più difficile, mentre secondo altri l’inizio della fine. Ma Benitez ha vinto ovunque, e la soddisfazione di alzare un trofeo l’ha avuta anche in nerazzurro. Per essere esonerato cinque giorni dopo. La storia rispetto a quella di Mazzarri è troppo diversa: Benitez ha iniziato dalle giovanili del Real Madrid, e ha vinto tutto, anche in Europa. Gli manca la soddisfazione vera in Italia, e proverà a fare quello che Mazzarri fece appena 3 anni fa. Vincere a Milano con il Napoli. Per cancellare e abbattere storie vecchie, e comuni.