Negli ultimi giorni si è parlato tantissimo, in maniera eroica ma anche spregiudicata, della scelta di Van Gaal, di sostituire il portiere titolare con quello di riserva Krul, negli ultimi secondi del supplementare, per i rigori che poi hanno regalato all’Olanda la qualificazione alle semifinali. Quello di Krul però, non è il primo caso del genere. Ben diciotto anni fa, nel 1996 a Foggia, nella finale playoff di C1 tra Castel di Sangro e Ascoli, a subentrare al titolare De Juliis, su indicazione dell’allenatore Osvaldo Jaconi, fu Pietro Spinosa, decisivo per il passaggio della squadra abruzzese in Serie B. Oggi la redazione di Blog di sport ha contattato in esclusiva l’ex portiere del Castel di Sangro, che ci ha svelato alcuni particolari.
Signor Spinosa, che cosa ha provato quando ha visto il cambio di Van Gaal in Olanda-Costa Rica?
Beh, naturalmente siamo tornati indietro nel tempo, diciotto anni fa quando l’episodio è capitato a me. Mi ha fatto molto piacere, perchè quelle sono delle decisioni che bisogna avere molto coraggio per farle, e Jaconi diciotto anni fa lo ha avuto.
Cosa si ricorda di quel giorno?
Mi ricordo che durante il primo tempo supplementare, Jaconi si è girato verso la panchina guardandomi, e mi ha detto: “Pietro sei pronto per portarci in serie B?” al che sono rimasto un pò spiazzato e gli ho detto: “Si mister, cosa devo fare?” e lui: “Guarda che adesso devi entrare”. Dopo qualche minuto il mister si rivolge di nuovo in panchina e mi dice: “guarda Pietro che non stavo scherzando, devi entrare, vatti a scaldare”. Allora io per non farmi vedere da De Juliis che stava ancora giocando, e aveva un altro tempo supplementare davanti, sono andato dietro il cordone della polizia per non distrarlo e creargli problemi a livello psicologico.
Com’è entrare a freddo in una partita del genere, senza aver mai giocato nemmeno un minuto durante il campionato?
Mah, io all’epoca avevo 33 anni, quindi ero alla fine della mia carriera, anche se l’anno dopo ho comunque giocato svolgendo il ruolo di preparatore dei portieri. Sono entrato molto sereno sinceramente, perchè ero convinto che qualcosa di buono avrei potuto fare. Naturalmente, questo gravava molto più sulla scelta dell’allenatore, quindi diciamo che mi premeva molto per lui riuscire a fare qualcosa di positivo.
Pensa che sia più una questione psicologica o di effettiva capacità di parare i rigori?
Nel mio caso credo che l’allenatore abbia valutato quello visto durante la settimana. Ricordo che nell’ultimo allenamento si erano provati i rigori e io ne avevo parati 8 su 10. Quel tipo di allenamento in quel giorno, l’avevo preso in maniera molto seria.
De Juliis le disse qualcosa al termine della gara?
De Juliis è stato il primo a venirmi incontro, anzi secondo me ha fatto anche uno scatto superiore al solito, è stato veramente il primo, ho avuto solo il tempo di rialzarmi che già me lo sono ritrovato addosso come tutti i miei compagni.
Sicuramente lei ha ricevuto molte chiamate in questi giorni, ma c’è qualcosa che ai giornali non è mai stato detto che ci può svelare?
Eh si, ieri all’una di notte ho trovato già messaggi su facebook che volevano il mio contatto per intervistarmi. Oggi ho visto i giornali e quasi tutti riportano questo episodio. No, ho sempre detto tutto, sono una persona molto schietta, ho detto addirittura che Krul è stato più bravo di me, visto che ne ha parati due su cinque, intuendoli tutti, mentre io sono arrivato al settimo rigore prima di pararlo, anche se ne avevo intuiti due molto bene.
Da quel giorno, la sua vita o la sua carriera, è cambiata in qualche modo?
Mah, dal punto di vista professionale la mia vita è cambiata dal momento che ho incontrato Jaconi, perchè lui mi ha dato la possibilità di andare a Castel di Sangro, di svolgere il doppio ruolo di giocatore e allenatore, e da allora l’ho seguito per sette anni consecutivi. Poi nel calcio succede spesso che le strade si dividono, ma non per volontà, ma per le circostanze. Mi sarebbe piaciuto continuare con lui e salire di categoria con lui, perchè è un allenatore eccezionale, un ottimo comunicatore che entra nella testa di ogni giocatore e quindi io devo molto alla sua chiamata. Poi da li ho avuto la possibilità di andare a Livorno e ci sono stato sei anni, esperienze all’estero in Belgio, in Romania al Cluj, e negli ultimi anni nello staff di Mimmo Di Carlo al Chievo e questi sei mesi di nuovo a Livorno, anche se l’avventura non è finita molto bene.
Lei vive nel pesarese, si vede e si sente ancora con De Juliis?
Si, io vivo a Fano da vent’anni. Mi sento ancora con lui, tra l’altro mi ha chiamato anche ieri per dirmi: “Lo vedi grazie a me la notorietà che ti sei fatto?”. L’abbiamo messa molto sullo scherzo. Lui abita a dodici kilometri da me, a Pesaro, so quello che fa nella vita, anche lui fa l’allenatore dei portieri, anche se a livello dilettantistico. Siamo sempre stati amici, io dormivo con lui il sabato in ritiro, l’ho allenato, ho avuto anche modo di rubargli il posto e non l’ho fatto. Non ho approfittato della situazione perchè non mi è sembrato giusto. Jaconi in una partita lo voleva sostituire perchè stava attraversando un momento particolare, dove non aveva colpe specifiche, però sono quei periodi che ti capitano. Io parlai con Iaconi e gli dissi che non era il caso di cambiare, e poi i fatti mi hanno dato ragione. Dopo quella partita, che vincemmo, lui fece bene, e poi ha fatto tutto il girone di ritorno strepitoso, come tutti i compagni, compiendo un’impresa storica. Io, sono stato quello che ci ha messo la mano alla fine, ma grande merito bisogna darlo ai miei compagni di squadra.
L’ultima domanda, cosa farà la prossima stagione?
Io attualmente sono fermo, spero che quanto prima possa arrivare un’opportunità. Un pò di esperienza l’abbiamo fatta, tra la Serie B e la Serie A, e spero che quanto prima arrivi una richiesta.