Sconfitta e polemiche, dopo la trasferta di Torino contro la Juventus, non hanno procurato danni collaterali alla panchina di mister Inzaghi, semmai hanno prodotto l’effetto contrario. Negli ultimi giorni si sono intensificati i colloqui tra Galliani e Barbara Berlusconi, che, lontani dal proporre un cambio allenatore in corsa, hanno cercato di fare fronte comune sul difficile momento dei rossoneri e sul come uscirne, mentre il presidente Berlusconi ha ribadito per l’ennesima volta la sua fiducia al tecnico piacentino, dopo aver manifestato soddisfazione per lo spirito con il quale la squadra ha affrontato la prima in classifica.

Il disastroso mese di Gennaio ha capovolto la posizione del giovane allenatore rossonero, da estremamente salda e sicura a inevitabilmente segnata verso l’esonero. Stampa e tv, infatti, continuano a spingere verso questa soluzione e, mentre la candidatura di Antonio Conte viene fatta cadere dopo l’espressa intenzione del ct di continuare il suo rapporto con la Nazionale italiana almeno fino ai prossimi europei, il nome di Montella viene presentato come la prima alternativa possibile ad Inzaghi già a partire dal prossimo Giugno. Ma, in realtà, non sono state prese decisioni definitive in proposito, né in un senso né nell’altro. Se le dichiarazioni di fiducia appaiono doverose per compattare e tranquillizzare l’ambiente, queste ultime non possono che essere legate ai prossimi risultati in campionato.

Il mese di Febbraio, quindi, rappresenta il crocevia decisivo della stagione del Milan e dell’immediato futuro del suo allenatore: i rossoneri avranno quattro partite molto abbordabili contro Empoli, Cesena, Verona in casa e Chievo fuori. Un eventuale fallimento in termini di punti, senza voler sottilizzare troppo per ciò che concerne il gioco, rispetto a queste partite e simile a quello del mese precedente, significherebbe un completo disastro che porterebbe la squadra ai margini della zona retrocessione e l’addio, stavolta in via definitiva, al presente progetto tecnico. Si avrebbe uno scenario esattamente opposto se rispetto a questi quattro ostacoli, tutt’altro che insormontabili, corrispondessero altrettante vittorie, perché a quel punto la formazione rossonera rientrerebbe in lotta per un posto in Europa League e Inzaghi si giocherebbe tutte le speranze di conferma per la prossima stagione nello sprint finale di questo campionato.

Il destino degli allenatori è legato, si sa, ai risultati e principalmente su quelli si basa la fiducia dei presidenti. Quanto grave possa essere il grado di deriva del club lo si misurerà sul campo, tenendo a mente che tutti gli eventuali fallimenti ricadranno su un unico soggetto ben noto, mentre i successi, anche quelli ottenuti in tono minore rispetto ad un passato sempre meno recente, saranno attribuiti ad altri nomi e ad altre facce. Insomma, sarà un mese di fuoco per Inzaghi e, se tutto dovesse andar bene, potrà ottenere come unica ricompensa un nuovo patto col Diavolo, ma sempre alle stesse scomode condizioni.