Un milione e 800mila abitanti, San Patrizio come protettore nazionale, un passato nel segno del Nazionalismo e dell’Unionismo e un inatteso riscatto calcistico ad anni 2000 ormai avanzati. E’ questa l’Irlanda del Nord di Michael O’Neill, autentica sorpresa di questo avvio di qualificazioni che conducono verso Euro 2016. Dimenticate la “palla lunga e pedalare”, le gare tutto muscoli e corsa, le partite perse con cifre faraoniche: Jonny Evans, stopper in forza al Manchester United, e compagni, sin qui hanno lasciato solo le briciole agli avversari incrociati nel girone F, posizionandosi in testa a punteggio pieno, davanti a Romania, Finlandia, Ungheria e soprattutto Grecia, sconfitta ieri 2-0 ad Atene grazie ai gol di Ward nel primo tempo e Lafferty nella ripresa. E fanno tre vittorie su tre.
Nonostante l’esiguità del territorio che controlla (a malapena un sesto dell’isola d’Irlanda) ed il contenuto del parco giocatori da cui attingere, che tra l’altro possono anche scegliere di giocare con l’Eire, l’Irlanda del Nord può vantare 3 partecipazioni alla Coppa del Mondo, tante quante sono quelle della controparte indipendente, considerata sempre la parte “nobile” sul versante pallonaro. A cambiare è stato l’atteggiamento, sempre più in grado di “leggere” la partita e di ripartire in contropiede, come dimostrato dall’ex palermitano Lafferty ieri nel caso del 2-0. O’Neill propone un 4-4-2 elastico, nel quale i vari McAuley, Baird, Davis fanno la parte dei “gendarmi” e alle punte è demandata la stoccata vincente.
Nei fatti, l’approdo sugli altari dell’Irlanda del Nord fa parte di un’avanzata globale dello United Kingdom su scala continentale: ottime partenze pure per Galles, Scozia e Irlanda, oltre alla “big” Inghilterra. L’insegnamento è chiaro: i campioni scarseggiano? Pensiamo a diventare campioni di tattica e di acume. E così, se fino a qualche giorno fa l’Irlanda del Nord ci ricordava città dense di storia alle scogliere selvagge, dalle valli boscose ai musei di Belfast fino alla canzone “Sunday Bloody Sunday” degli U2, oltre ai fiumi di birra a questa verde nazione oggi associamo anche fiumi di gol di una fiorente nazionale.