Si gioca per la dignità, perché siamo l’Italia e non possiamo permetterci di guardare il Mondiale dalla televisione per la prima volta dopo sessant’anni (guarda caso, era in Svezia l’unica volta in cui non riuscimmo a qualificarci, nel 1958). Ma si gioca anche per il denaro: la posta in gioco, in questi casi, è davvero molto alta.
Quanto vale la qualificazione o meno della nazionale azzurra alla prossima manifestazione iridata di Russia 2018? Tanto, per l’esattezza almeno cento milioni di euro derivanti da più parti. In primis, le tv. La Fifa aveva venduto i diritti radiotelevisivi dei prossimo Mondiali a Sky (e Rai che, per servizio pubblico, è obbligata a trasmettere gli azzurri). Dal momento che ogni partita della nazionale assicura una platea che va dagli otto milioni di telespettatori fino ai venti in determinati casi, si stima come tali diritti tv gestiti dal massimo organismo calcistico internazionale ammonterebbero a circa 180 milioni, che si ridurrebbero a non più di cento in caso di mancato pass per la Russia.
A ciò va aggiunto il fatto che il prossimo Mondiale sarà il più ricco di sempre, dal momento che la sola qualificazione assicurerebbe nelle casse di ogni federazione nazionale (anche la FIGC, dunque), oltre un milione di euro. E l’Italia, che nelle ultime due occasioni (Sudafrica 2010 e Brasile 2014) è uscita al primo turno, dovrebbe piangere su se stessa. Inoltre, superare la fase a gironi vale quasi sette milioni di euro, arrivare ai quarti di finale genera introiti per quindici milioni di euro e poi si sale fino ad arrivare agli otre trentadue milioni per la nazionale che alzerà al cielo la Coppa del Mondo.
Infine la perdita degli sponsor: il merchandising azzurro si impoverirebbe non poco di fronte allo shock di una mancata qualificazione. Perciò una sola cosa va detta: forza azzurri, per l’onore e per il denaro!