Non fu una semplice partita di calcio. Come titolò uno dei grandi quotidiani sportivi italiani, quell’Italia-Germania disputatosi all’Azteca esattamente quarantaquattro anni fa, andò oltre ogni limite. Nessuno potrà scordare quell’indimenticabile notte di gioia dopo una passione durata centoventi minuti. Vogliamo ripercorrere le gesta degli eroi azzurri che si resero protagonisti di uno spettacolo mozzafiato, attraverso piccoli e grandi gesta sfoggiate sotto il cielo messicano.

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ALBERTOSI, PARATE ED INSULTI
: il portiere del Cagliari si dimostrò un muro difficilmente superabile. Interventi acrobatici e spettacolari conditi da qualche insulto irrpetibile. Ne sa qualcosa Gianni Rivera che dopo il gol del 3-3 venne ricoperto di parolacce.

BURGNICH, LA ZAMPATA DEL TERZINO: Tarcisio ha segnato solo due reti con la maglia azzurra, una nella partità più bella del secolo. La sua rete di sinistro fece nuovamente accendere tutti i televisioni d’Italia, molti si erano spenti dopo le reti di Schnellinger e Muller.

FACCHETTI, CLASSE E TEMPERAMENTO
: il compianto Giacinto lotta come un leone. Il capitano non molla mai e infatti sulla sinistra i tedeschi non sfondano. Non c’è un episodio ben specifico ma è lui a imbastire l’azione del definitivo 4-3. Solo una casualità?

BERTINI, DIECI E LODE
: il numero dieci sulle spalle di un centrocampista cosiddetto “gregario” può far storcere il naso ma il buon Mario, con umiltà e carattere, dimostra che è all’altezza. Il salvataggio in spaccata su Seeler nel primo tempo ha del miracoloso, è questa la sua fotografia.

IL CAPOLAVORO DI ROSATO: l’ex difensore del Milan si rese protagonista di una partita epica. Era a guardia di Gerd Muller che non riuscì a segnare con lui in campo. Il capolavoro arriva quando su un tiro fortissimo di Held, Rosato, con un’acrobazia magnifica toglie il pallone dalla porta. Albertosi era ormai battuto.


LO SGAMBETTO DI CERA
: il libero non molla mai. Nelle mischie c’è sempre ed è costantemente al servizio della squadra. A metà ripresa costringe Beckenbauer a giocare con una spalla lussata per il resto della gara. Anche quello sgambetto entra di diritto nella leggenda.

I CHILOMETRI DI DOMENGHINI: su e giù per la fascia, senza un attimo di respiro. Scatti, tiri, cross. Angelo non si ferma mai, l’assist per Riva è il giusto premio per così tanta generosità

IL SACRIFICIO DI MAZZOLA: non è solo ricondiucibile alla famigerata staffetta ma anche al cuore mostrato dall’ex capitano dell’Inter, capace anche di effettuare tackle (non proprio la sua arma migliore) nei confronti di sua maestà Franz Beckenbauer.

LA LIBERAZIONE DI BONINSEGNA: la staffilata ddel gol rimane eccezionale ma come si può dimenticare la sua gioia al termine del match. Stremato, a terra, sbatte le mani contro il manto erboso. Una liberazione, un sogno che non è altro che la pura realtà.

I POLMONI DI DE SISTI
: “Picchio” corre e non si ferma mai. Nei supplementari, gli altri si rimboccano le maniche, lui si abbassa i calzettoni e corre, recupera palloni e rilancia le offensive. Indimenticabile la sua sgroppata quando il cronometro segna il minuto 115.

LA RASOIATA DI RIVA
: il rombo di tuono non viene dall’alto ma dalla terra. Uno dei gol più belli della storia dei Mondiali viene segnato con una lucidità e precisione pazzesca. Solo lui poteva pensarlo, solo un grande come Gigi Riva.

L’EMOZIONE DI POLETTI
: Sarà l’essere entrato nel momento di maggiore tensione ma il granata non è tranquillo. Il primo gol di Muller ce l’ha sulla coscienza. Sembra finita ma pian piano prende coraggio e porta a termine il suo lavoro, con la consapevolezza di essere stato comunque un tassello fondamentale in quella fantastica partita.

IL TOCCO DI RIVERA: Pone fine alla battaglia di Italia-Germania. Un tocco sbagliato o voluto? Nessuno lo saprà mai ma l’importante è che quel pallone sia entrato. Scatena la festa di milioni di italiani che a notte fonda si riversano nelle piazze delle città. Sorge spontanea una domanda: allora sono serviti gli insulti di Albertosi?