Forse ha scelto la stagione sbagliata per riprendersi la Francia. Qualcuno infatti potrebbe davvero pensare che riuscire ad affermarsi in un campionato come l’attuale Ligue 1 possa essere un’impresa impossibile viste le ingombranti presenze del PSG, vera e propria macchina da guerra, parco di principi e campioni, e di un Marsiglia che el loco Bielsa ha letteralmente rivitalizzato tanto da esprimere forse il miglior calcio d’Europa. Eppure le due mattatrici francesi in questa stagione stanno attraversando dei momenti di difficoltà. La squadra di Blanc a dire il vero sta stentando da agosto, troppi i punti persi per strada (è la squadra pensate con più pareggi, ben 8) che sommati agli impegni in Champions stanno frenando e non poco la marcia dei parigini, attualmente al terzo posto in classifica con 41 punti. Il Marsiglia invece, dopo le prime due gare da incubo, si è lanciato praticamente in fuga ma da dicembre sembra aver perso quella continuità e quella brillantezza che lo caratterizzavano, d’altronde non ha certo la rosa del PSG e inoltre gli impegni dei nazionali (N’Koulou e Ayew su tutti) in Coppa d’Africa non fanno che acuire i già noti problemi di formazione, nonostante i quali tuttavia il Marsiglia occupa il secondo posto con 44 punti.

Fra i due litiganti il terzo gode
In Francia è andata proprio così. Voilà, ecco a voi il Lione. Nell’anticipo dello scorso sabato con il 2 a 0 rifilato in trasferta al Lens l’Olympique ha ottenuto la sesta vittoria consecutiva confermando il primo posto in solitaria con 45 punti. Inoltre il Lione da un punto di vista storico non sta certo attraversando un momento magico, ma anzi piuttosto un periodo di declino. Dopo infatti i 7 titoli consecutivi dal 2002 al 2008, il club non ha più ottenuto grandi successi, a parte una Coppa di Francia. I dirigenti però hanno lavorato sottobanco e con un’ammirevole lungimiranza hanno compreso che l’era dei vari Juninho, Abidal, Diarra, Malouda e Benzema era finita, impostando di conseguenza un importante progetto di sviluppo delle giovanili, finalizzato a migliorare le strutture di allenamento e assicurarsi oltre che alcuni dei tecnici migliori in circolazione anche molti dei migliori talenti del Paese. Oggi con 24,6 anni di media il Lione è la terza squadra più giovane francese (dopo Marsiglia e Monaco) ma in realtà se si contano solo gli 11 titolari, dei quali inoltre 8 sono cresciuti nel vivaio, possiede l’età media più bassa d’Europa (si considerano solo i campionati principali).

Il tecnico
Se questa stagione il Lione sta facendo così bene gran parte del merito però è anche del tecnico Hubert Fournier. L’ex difensore francese (tra l’altro ha giocato anche nell’Olympique 1998-2000) ha guidato fino allo scorso anno lo Stade de Reims trascinandolo nel giro di 4 anni dal decimo posto in Ligue 2 all’undicesimo nella massima Serie. I dirigenti del Lione hanno deciso quindi di puntare su un tecnico giovane (1967) e capace, abile nel valorizzare le squadre che allena (perché l’esperienza seppur minima conta e come) e finora la scelta sta dando ottimi risultati, forse anche al di là delle più rosee aspettative. Unica delusione? L’eliminazione negli spareggi di Europa League ad agosto contro i romeni dell’Astra. Forse a quel tempo i precetti del nuovo tecnico non erano ancora stati ben assimilati dai calciatori. Ora invece il Lione gioca a memoria esprimendo un calcio moderno, veloce e piacevole, fatto di inserimenti e sovrapposizioni continue, dove tutti partecipano alle fasi offensiva e difensiva per una manovra fluida ed ordinata. Il modulo? Ovviamente il 4-2-3-1 (con la variante 4-1-3-2), l’unico in grado di darti tutte queste soluzioni, permettendoti dapprima di valutare con attenzione la situazione per poi cambiare a partita in corso tra possesso palla, contropiede e pressing alto, in base all’andamento della partita e all’atteggiamento degli avversari.

La rosa: largo ai giovani
Passiamo alla rosa vera e propria, come abbiamo detto poco fa l’età media è davvero molto bassa. Sono infatti pochi gli uomini d’esperienza, pochi ma inevitabili sia in campo che nello spogliatoio, e concentrati soprattutto in difesa. Sono i 31enni ex PSG Milan Bisevac e Christophe Jallet oltre al terzino sinistro Henri Bedimo. Tra i tre però l’unico titolare inamovibile è il secondo visto che per quanto riguarda i centrali Fournier può fare affidamento sui fortissimi Samuel Umtiti (classe ’93, campione del Mondo under 20), Lindsay Rose (’92) e sul 26enne Bakary Koné (ora impegnato in Coppa d’Africa). Mentre in qualità di terzino sinistro, si alterna con Bedimo l’interessante 22enne algerino Mehdi Zeffane. Tra i pali tra l’altro non bisogna dimenticarsi del secondo portiere meno battuto del campionato (dopo Ruffier del St. Etienne), ovvero il 24enne Anthony Lopes.

Il fulcro del gioco
A centrocampo invece, al comando del veterano Steed Malbranque, e dei generali Maxime Gonalons (già capitano a 25 anni) e dell’ex Milan Yoann Gourcuff, si avvicendano giocatori di grandi prospettiva come i classe ’91 Clément Grenier e Gueïda Fofana, i ’92 Jordan Ferri e Rachid Ghezzal (fratello minore del “nostro” Abdelkader) e le due vere rivelazioni fin qui di questa Ligue 1: il ’93 Nabil Fekir e il ’94 Corentin Tolisso. Per quanto riguarda l’attacco invece troviamo una presenza troppo ingombrante per sbrigarla in poche righe. Alexandre Lacazette ha solo 23 anni, il Lione ha saputo lanciarlo da subito nel calcio che conta, coccolarlo, aspettare la sua crescita sempre costante (già la scorsa stagione realizzò 15 gol in 36 partite) e poi ha solamente dovuto goderselo. Fin qui 21 presenze, 20 reti e 7 assist, numeri da capogiro che provano a tenere il passo degli extra terrestri Cristiano Ronaldo e Lionel Messi. In Francia è praticamente un alieno (il Lione difatti ha il miglior attacco con 45 reti), nemmeno il povero Gignac, alle prese con la sua migliore stagione dal punto di vista personale, riesce a stargli dietro (14 gol). Lacazette è una punta davvero completa, rapida, forte fisicamente, dotata di freddezza e di ottime capacità balistiche e soprattutto altruista, capace di dialogare e mandare a rete, grazie alla sua posizione quasi da falso nueve, gli accorrenti trequartisti: Fekir (ben 8 reti), Malbranque, Gourcuff e Tolisso (3 reti). Spesso Fournier, per concedergli maggiore libertà di movimento e allentare la stretta marcatura ormai praticamente fissa su di lui, decide di affiancargli un’altra punta, e il ballottaggio cade sui giovanissimi ma già fortissimi Clinton N’Jie e Yassine Benzia (considerato il nuovo Benzema).

Lo zampino del presidente
Chi è però il vero artefice di questo progetto? Il presidente Jean-Michel Aulas, imprenditore e fondatore della società CEGID nonché del noto Fair Play Finanziario assieme a Michel Platini. Forse proprio le sue capacità in materia finanziaria hanno fatto sì che Aulas fosse in grado di riequilibrare il bilancio del proprio club, abbattendo spese e ingaggi, ridimensionando obiettivi ed ambizioni e avviando un progetto a lunga scadenza, costituendo uno dei settori giovanili più fecondi del continente. Se qualcuno pensa però ad un Aulas stile Pozzo si sbaglia di grosso, già molte squadre europee hanno avanzato offerte per i gioielli del Lione ma lui è stato perentorio: “non sono in vendita”. Davanti ad offerte irrinunciabili ovviamente le cose potrebbero cambiare ma lo spirito imprenditoriale del presidente si riflette davvero a 360 gradi. Infatti, dopo aver completamente ristrutturato le strutture per le squadre giovanili, a fine anno inaugurerà il nuovo Stade de Lumières nella periferia della città, che prenderà il posto di La Gerland, rappresentando il primo stadio di proprietà francese, con una capienza di quasi 60.000 posti, e sorgerà in un’area comprendente anche il nuovo centro di allenamento, hotel, ristoranti e la nuova sede del club per un costo complessivo di circa 500 milioni di euro. Un progetto dunque davvero ambizioso ma eccellente sotto ogni punto di vista.

Tempo di crisi: una lezione al calcio italiano
Questa è la prova che con la pazienza e la programmazione si possono ottenere grandi risultati. Le squadre italiane dovrebbero davvero prenderne spunto perché con poche spese (lo stadio ovviamente è un surplus) si possono davvero ottenere risultati eccellenti. Magari quest’anno non vincerà la Ligue 1, ma il Lione avrà impostato su delle solide basi il proprio futuro.