Tempo di bilanci, di giudizi, di valutazioni. Il calciomercato estivo, conclusosi nell’infernale giornate del Primo Settembre, lascia il tempo per valutare e giudicare l’operato di società e agenti. Ma non è tutto ciò che porta con sé. Porta via indiscrezioni, verità conosciute a metà, storie particolari. E 10 di queste vogliamo raccontarvele da queste pagine.
– L’attesa di Benassi. Parcheggiato all’Ata Hotel per tutta l’ultima giornata. Lo abbiamo visto seduto nei pressi dell’ingresso ai box della Lega Pro chiacchierare con tranquillità, e aspettare Savino Tesoro, presidente del Lecce. Ad un passo dalla Sampdoria, l’affare è sfumato perché Romero non è voluto andare via dal club blucerchiato. E lui, già verso le 13, diceva sorridendo: “Io, infondo, una squadra ce l’ho già”.
– La bestemmia di Paparesta. Il presidente del Bari, a telecamere spente, si lascia sfuggire un: “Mi è costato 4 milioni e mezzo”. Credendo di aver perso la cessione di Joao Silva al Palermo, che si concretizzerà in un secondo momento grazie al ricorso effettuato.
– Il tentativo di portare Soldado in Italia. Il calciatore del Tottenham è stato offerto Domenica alla Juventus, e lunedì a Inter e Roma. Tutte e 3 hanno prontamente rifiutato. Il motivo? La richiesta degli inglesi era un prestito gratuito per un anno con un obbligo informale di riscatto fissato sui 18 milioni di Euro.
– TelenoVidal. Una telenovela, e magari non è nemmeno finita. Ma Arturo è stato realmente vicino a lasciare la Juventus, soprattutto nel momento in cui Conte è andato via. Se l’allenatore fosse rimasto probabilmente la Juve avrebbe avuto la forza di mollare il ragazzo, su cui poi ha fatto quadrato, anche per evitare di smantellare una squadra che già aveva perso il proprio punto di riferimento. Il resto l’ha fatto il Manchester United, che prima degli ultimi 2 giorni di mercato aveva dubbi sulle condizioni fisiche del cileno.
– L’albergo di Obinna. Avete pensato tutti a Biabiany, e ad una trattativa che ha del paradossale. L’accordo trovato, poi la foto con la sciarpa ed infine Zaccardo che ci ripensa. Ma il sostituto di Biabiany al Parma sarebbe dovuto essere Obinna, che era già arrivato a Milano ed alloggiava in un hotel del centro, dopo aver rifiutato soluzioni economicamente più vantaggiose per giocare in Italia. Inutile dirvi che nella notte è ripartito per la Russia.
– I tentativi di Cairo ed il nervosismo di Amauri. Cairo ci ha provato fino alla fine. Avrebbe voluto una seconda punta, e poi magari avrebbe comunque preso Amauri, che però in un Hotel a pochi passi dall’Ata era nervosissimo in una stanza del primo piano perché la trattativa non si concretizzava. Ventura aveva chiesto Galano, ma Paparesta non ha voluto sentire ragione.
– Donadel e lo svincolo. Marco Donadel è stato per tutto il pomeriggio ad un passo dal Verona, poi sembrava dovesse rinnovare con il Napoli. Nel finale non ha trovato nessuna delle due soluzioni, ed è arrivato di persona all’Ata per firmare la risoluzione consensuale. In bocca al lupo.
– La solita storia dell’ultima ora. Il mercato è così da sempre. 3 mesi di trattative, 3 giorni all’Ata Hotel e l’accordo va trovato negli ultimi 5 minuti. Se ce l’ha fatta Joao Silva, grazie al ricorso di Zamparini, non ce l’ha fatta Gonzalez. Una curiosità: già alle 20.00 mancavano piccoli dettagli all’accordo. E poi?
– Quella chiamata di Jovetic. Jovetic a Gennaio avrebbe pagato di tasca sua per tornare in Italia. E pensava che il trasferimento si sarebbe potuto concretizzare a Giugno, quando effettivamente è stato proposto a Inter e Juve. Il prezzo era alto, ma magari si aspettava la fine del mercato. E persino lui confidò all’agente di essersi pentito per non aver accettato la Juventus in favore del City un anno fa. Poi la doppietta in campionato e uno scenario completamente ribaltato.
– Le preghiere di Marotta. Ci ha sperato fino all’ora di pranzo dell’1 Settembre. Falcao era un obiettivo concreto pur non essendo alla portata. Non poteva rimanere al Monaco, per nessun motivo. Per questo quando il Real si è fiondato su Hernandez, che era stato vicino alla Juve, forse alla dirigenza bianconera ha persino fatto piacere. Il City era fuori per questioni di Fair Play Finanziario e all’orizzonte sembrava non esserci nessuno. Nell’aria ancora fresca del mattino l’intromissione del Manchester United e le preghiere son diventate bestemmie. Fine della storia.