117 anni di Juventus. Ricorre oggi l’anniversario della fondazione della Juventus. Era l’1 Novembre del 1897, 117 anni fa, e c’era una panchina con alcuni studenti universitari. E una storiella che avrete sentito tante volte, dai confini labili tra la storia e la leggenda. La maglia rosa, con la cravatta nera e poi quella bianconera: non un errore, ma una scelta dovuta al fatto che il rosa si scoloriva troppo celermente.
La nascita di un mito, nel bene e nel male. Di una delle grandi del nostro calcio, e del calcio europeo. Di una delle squadre più amate e odiate allo stesso tempo, in Italia. Quello che successe quel giorno della fine dell’800, con un ‘900 alle porte, su quella panchina, ha cambiato inevitabilmente la vita di tante persone. Per tanti anni. E continua a farlo. Una mito a tinte bianconere, forti.
Abbiamo voluto ripercorrere la storia della Juventus attraverso le citazioni di chi ha fatto la storia bianconera, con delle immagini che i tifosi potranno scaricare e salvare. Da tenere gelosamente nel cassetto dei ricordi, e delle emozioni vissute.
David Trezeguet. Erano gli anni post Serie B per chi aveva vinto tutto. Trezeguet rimase alla Juve nonostante tutto, ma furono anni duri. Quando il secondo posto sembrava una conquista. E Trezeguet volle chiarire le cose.
John Charles. Il gigante buono. Acquistato negli anni ’50 per 65.000 sterline, giocò oltre 150 partite. E quando parlava della Juve lo faceva in questi termini.
Giovanni Trapattoni. Lo disse anni fa, forse troppi. Fece, ante litteram, la sintesi perfetta del passaggio da Rimini (debutto in B) a Trieste (ritorno al tricolore).
Pavel Nedved. Uno che dal periodo bianconero ha avuto un pallone d’oro. E ha dato tanto quanto poteva dare un pallone d’oro ad una squadra vincente. Avrebbe voluto dare qualcosa anche nella finale di Manchester, ma questa è un’altra storia.
Gaetano Scirea. Il rimpianto, quello vero, è che ne ha potuto far parte per troppo poco tempo. Maledetta quella strada.
Edgar Davids. Chi ha visitato lo Stadium lo sa, è la frase che i calciatori leggono nello spogliatoio. Per scendere in campo alla Davids.
Giuseppe Furino. Mediano vecchio stampo. Questione di fiato, cuore, grinta. E palle.
Gianni Agnelli. All’Avvocato sarebbe piaciuto assistere alla vittoria. La sua.