Dove eravamo rimasti? Ad una Juve che stracciava il Parma con sette gol e si prendeva una pausa. La sosta non ha cambiato niente: c’è troppa Juventus per la Lazio e all’Olimpico di Roma finisce x-0 in favore dei bianconeri. Una partita con poca storia, decisa dalle giocate dei singoli di una squadra che nel complesso concede poco e dimostra grande maturità.

La chiave di volta di questa squadra è proprio la maturità. Ed è forza la vera e grande differenza con la squadra di Conte che tanto ha vinto nei confini italici negli ultimi 3 anni. La Juve di Conte aveva bisogno di andare a mille all’ora per poter esprimere il proprio calcio e mettere in difficoltà costante l’avversario. Una squadra incentrata sulla corsa e su un agonismo impressionante, che rifletteva abbastanza fedelmente l’identikit del proprio condottiero indiscusso.

Questa Juve non ha un condottiero, o meglio: ha diversi leader ma nessuno mette in ombra gli altri. Ed è una Juve che viaggia a ritmi molto diversi, probabilmente più lenti. Ma sembra più matura. Appare solida, come comunque già lo era, ma non ha bisogno di andare sempre a velocità elevata. Quando accelera fa male, ma quando controlla sa essere altrettanto cinica. E bella. Perché questa Juventus è bella da vedere, e mette in cascina già a fine Novembre tutte quelle dicerie sulla presunta crisi che ci sarebbe stata cambiando allenatore. Oltretutto il rendimento di alcuni singoli sembra nettamente migliore delle ultime stagioni, complice anche un modulo tattico (inteso come atteggiamento, e non come sistema numerico dell’occupazione del campo) più fluido e meno rigido. Con un allenatore meno “presente” in campo e con delle geometrie meno impostate, i calciatori sono più liberi di esprimere le proprie idee sul campo. E hanno trovato l’equilibrio anche in questo.

La Juve vista nelle ultime settime appare addirittura più bella di quella di Conte. Più solida e con un atteggiamento più rilassato ma altrettanto vincente. E adesso ci sono due strade: portare la “grande bellezza” anche in Europa, o far scoppiare l’ennesima bolla di sapone. Entrambe passano da Malmoe.