La Juventus pareggia a Firenze alla vigilia di un incontro fondamentale in Champions League contro l’Atletico Madrid e tiene a distanza la Roma, che comunque vada questo week end non intaccherà la vetta occupata dai bianconeri. A Firenze vince la noia, e pareggiano due buone squadre che però esprimono un calcio piuttosto scolastico e soprattutto sterile.

Ma nella Juventus spicca Leo Bonucci, autore di una prova magistrale. Il centrocampista numero 19 chiude la porta all’attacco viola in due occasioni, salvando il risultato e Buffon. E dimostra di essere il calciatore in più per Allegri nel momento in cui il tecnico opta per un modulo con 3 difensori. Il ritorno al 3-5-2 vede una manovra offensiva sicuramente meno imprevedibile, e nemmeno la freschezza di Coman può nulla. Ma una solidità difensiva quasi assoluta, e in quel “quasi” è racchiusa, poi, l’importanza complementare di uno come Leo Bonucci.

I due salvataggi sono soltanto la punta dell’iceberg di un calciatore che in una difesa a 3 si muove benissimo ed è sempre al posto giusto al momento giusto. C’è anche un anticipo da brividi, nel finale, e una giocata al centro della difesa da infarto. Ma ormai i più si sono assuefatti a questi tratti peculiari di Bonucci, capace di grandi giocate ma anche di grandi brividi difensivi. Nel complesso esce da Firenze come migliore in campo, ed è forse uno dei pochissimi motivi per cui la Juventus in alcune partite, ma poco frequentemente, potrà tornare all’assetto difensivo visto oggi. La Juve ha quasi avuto paura di perdere, e oltre al turn-over, questo ha inciso sulla scelta di un modulo così difensivo. Se ne avvantaggia Bonucci, capace di figurare anche nella difesa a 4. E diventa sempre più leader di una Juve che probabilmente martedì tornerà alla difesa a 4. E al bisogno di fare risultato, perché con l’atteggiamento e la noia di Firenze non si va lontani.