Ore 15.00 di un banale pomeriggio estivo, di quelli in cui dovremmo raccontare curiosità e aneddoti dai ritiri. Oggi, però, c’era la conferenza stampa di presentazione alla Juventus di Max Allegri. Accanto a lui Beppe Marotta, con l’assenza, pesante, di Andrea Agnelli.
Nessuno spiega come mai il presidente non sia lì, lui che in altri casi si è esposto personalmente. Che è sempre stato presente negli ultimi anni di gestione della Juventus. Ma crediamo nella buona fede, e magari Agnelli ha avuto da fare, è un imprenditore, non possiamo dimenticarlo. Pronti-via e parte Marotta. L’imbarazzo glielo si legge in faccia. Quasi come se avesse pensato a cosa dire per tutta la notte. Ringrazia Conte, con tanto stile. Ieri il tecnico non l’ha nemmeno nominato, lui invece lo ringrazia. Chapeau. Poi crea, al momento, un curriculum ad Allegri. Spiega che ha vinto in tutte le categorie in cui ha allenato, che ha vinto al primo anno al Milan. E ci sta anche questo, per carità. Infondo se l’ha scelto come allenatore deve saper giustificare la scelta, altrimenti avrebbe tutto poco senso.
Allegri risponde con calma, e con toni pacati. È nel suo stile. Fa trasparire una certa voglia di fare bene, di lavorare. Spiega di non aver ancora parlato con la squadra, ma lo farà a breve. Poi mostra un po’ di piaggeria quando risponde ad una domanda su Pirlo, considerato un campione tutt’altro che finito. Vuole quasi giustificarsi, ritorna sugli infortuni avuti all’ultimo anno di Milan. Sembra tanto la prima mossa, pubblica peraltro, per convincere il ragazzo a rimanere fedele al progetto e al rinnovo firmato. Bissa su Morata, che “può diventare un campione”. E si vocifera che a Madrid facciano pressioni per la riuscita dell’affare.
Marotta spiega la situazione Iturbe, che a questo punto non arriverà. “Perché con un allenatore cambiano le cose”, ma fa capire che è anche una questione di soldi. E al contrario di quanto fa pensare sembra che il calciatore fosse sfumato prima dell’addio di Conte, e non viceversa. Poi arriva una domanda su Vidal, il d.g. risponde ma glissa. Poi, quando gli viene fatto notare, dice di non aver sentito. Parla di un calciatore fondamentale, ma è visibilmente imbarazzato. Quasi come quando parla di 3 anni fantastici distrutti ieri sera. Sembra in difficoltà, non riesce a spiegare la situazione, forse. Così come scarica su Conte la responsabilità dell’addio, in maniera sempre molto elegante, prova a fare altrettanto sul probabile addio di Vidal. “Non metto le mani avanti”, ma poi dichiara che dipende dalla volontà del calciatore, che è quello che decide sempre. Dice che fino a ieri Vidal voleva rimanere, ma lo dice con l’incertezza di chi o mente o ha paura. Riesco a capire Marotta in questo pomeriggio, a margine della conferenza stampa. Riesco a capire il suo imbarazzo, nelle parole che non combaciano con i fatti. E riecheggia in sala stampa un…“agghiacciande!”.