Al fischio finale di Juventus-Benfica, decretato da Mark Clattenburg, la delusione attorno all’ambiente bianconero è stata enorme. I ragazzi di Antonio Conte, per sfortuna o altro, non sono riusciti a far crollare il muro portoghese, bravo a stoppare i numerosi attacchi avversari. Certamente non è stata una Juventus brillante come in altre occasioni, ma a volte questi match sono decisi da episodi (per informazioni chiedere a Valencia e Siviglia) che di certo non hanno favorito la compagine juventina.
Buffon e compagni, invincibili in Italia e meno in Europa, dovranno cambiare necessariamente mentalità al di fuori dei confini nazionali, anche perché la Juventus, come narra la sua storia, non ha inanellato numerosi successi come avviene da Trieste in giù. Forse esiste un problema mentale, forse no, fatto sta che i colori della Vecchia Signora in Champions ed Europa League non dominano. Tutti d’accordo, o quasi. C’è da rimarcare il pessimo arbitraggio del già citato Clattenburg, delle numerose perdite di tempo del Benfica, con sei barelle in campo nel giro di 12’ di gioco (se non è record, poco ci manca), della grandine abbattutasi sullo “Juventus Stadium”, della parata salva risultato di Jan Oblak e tanto altro, che conferma il disaccordo di “Madama” con le competizioni europee.
La mancata qualificazione alla finale da parte della Juventus, però, ha provocato numerosi immancabili sfottò di tifosi delle altre squadre, che non attendevano altro che una delusione della formazione quasi Campione d’Italia. Tutto giusto, tutto comprensibile, è il folklore che accompagna il mondo del calcio, ma fossi in quei sostenitori non esulterei più di tanto. Nel tanto “famoso” ranking Uefa, l’Italia ha perso ufficialmente la quarta posizione a discapito proprio del Portogallo. Dalla stagione 2014/15, infatti, i lusitani partiranno con un punteggio di 52.133, superiore ai 51.510 punti del nostro calcio. Il distacco tra le due nazioni, tuttavia, potrebbe addirittura aumentare qualora il Benfica vincesse l’Europa League contro il Siviglia, l’altra finalista.
Vedendo le squadre che giocheranno l’ultimo atto delle due coppe continentali, si nota un certo minimo comun denominatore chiamato “Penisola Iberica”. Real Madrid-Atletico Madrid e, appunto, Siviglia-Benfica, saranno le due sfide dei prossimi giorni, che decreteranno i vincitori della vecchia Coppa Campioni e della “nostalgica” cara Coppa Uefa. Lo scorso anno, nella coppa dalle grandi orecchie, ci fu una sfida tutta tedesca, tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund mentre, in Europa League, il Chelsea ebbe la meglio proprio sulla truppa allenata da Jorge Jesus. Dati che certamente dovranno far riflettere tutti, in primis i vertici del calcio italiano, mai protagonisti di una vera e propria svolta e che, forse, non hanno capito il rischio al quale vanno incontro. Se gli esiti delle prossime gare europee delle squadre del “Bel Paese” saranno simili a quelli delle ultime stagioni, il rischio di qualificare, in un futuro non tanto lontano, solo due squadre nell’Europa che conta, ossia la tanto decantata Champions League, è purtroppo reale. Forse, ciò nonostante, a qualcuno va bene così. In fondo, meglio gioire per l’eliminazione di una squadra italiana, che pensare alle cose serie, come la sconfitta del calcio tricolore.