La Juventus viaggia spedita in tema di calciomercato e cerca di alzare ancora l’asticella del proprio talento per rendersi competitiva anche in contesti europei. Giuseppe Marotta è stato a più riprese elogiato per aver ricostruito assieme ad Antonio Conte l’ossatura di una squadra che, almeno in Italia, è tornata vincente. Vero, ma qualche spesa non convince sul lavoro del direttore e parecchi dubbi su come siano gestite certe situazioni sorgono in maniera piuttosto netta. Detto che negli anni scorsi sono state spese cifre strabilianti per calciatori di basso profitto come Elia, Padoin, Peluso e almeno altri cinque-sei giocatori simili, abbinati però ad operazioni low-cost e concrete come quelle legate a Llorente, Pirlo o Barzagli, l’avvio di quest’estate sembra lasciar qualche dubbio. E non per Patrice Evra, terzino di spinta e di esperienza che in Italia può dare tanto, specie in ottica difesa a quattro. E neanche per Juan Iturbe, che con il suo talento e venticinque milioni al Verona dovrebbe accasarsi allo Juventus Stadium.
COLTELLO MADRILENO – È il caso-Morata che lascia a desiderare. Si sono sprecati paragoni immensi con Ciro Immobile, scaricato in Germania dopo l’ottima stagione agli ordini di Ventura. Oggi Morata, in questa Juve, può garantire qualcosa in più del bomber azzurro. Ma è l’operazione che ancora crea dubbi. Se tutto dovesse andare secondo i piani, i bianconeri pagherebbero diciotto milioni al Real diluiti in quattro anni. Ma poi Ancelotti, se le prestazioni del centravanti dovessero andargli a genio, può decidere in due anni di pagare un controriscatto ancora incerto ma che oscilla dai 30 ai 36 milioni, e riportare in Spagna il calciatore. A livello di bilancio dell’operazione, la Juve ci guadagnerebbe. Per carità. Ma quale senso avrebbe puntare su un attaccante ancora a caccia di conferme, valorizzarlo e rischiare di perderlo a strettissimo giro di posta? Il controriscatto è un’operazione tipica dei club di fascia media in trattative con le big e la Juventus non può assolutamente fondare tante delle sue idee su un calciatore che – a rigor di logica – se dovesse far male, resterebbe sul groppone, e in caso di ottimi risultati potrebbe avere già le valigie in mano. Perché anche trentasei milioni, per un buon giocatore, a casa-Real non sono così tanti come possono sembrare.