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Correva l’estate 2010 quando la Sampdoria di Cassano e Pazzini arrivava a giocarsi l’accesso alla Champions League, perdendo ai supplementari contro il Werder Brema. Al termine di quell’annata, preceduta da uno straordinario quarto posto, i blucerchiati retrocederanno in Serie B. L’accostamento con quanto accaduto al Leicester in questa stagione è calzante e rischia di presentare lo stesso epilogo a fine anno. Chi avrebbe immaginato un così brusco ritorno alla realtà? Nessuno o quasi poteva certamente credere ad un bis, forse nemmeno ad un Leicester in grado nuovamente di vivere una stagione di alta classifica in Premier, ma nemmeno il baratro in questo momento ad un passo dalla punta dei piedi della squadra di Claudio Ranieri.
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Oggi le foxes hanno solamente un punto di distanza dalla zona retrocessione, il prossimo turno presenta proprio il caldissimo incontro con lo Swansea, a pari punti in classifica ed in difficoltà anche dopo l’esonero di Guidolin. Quella del Leicester, ad oggi, è la peggior difesa nella storia della Premier League per una squadra campione d’Inghilterra, 29 punti in meno rispetto alla stagione scorsa a questo punto del calendario ed un rendimento dell’uomo simbolo della Premier vinta che è precipitato clamorosamente. A questo punto dell’anno Jamie Vardy guidava la classifica cannonieri con 18 gol, oggi è fermo a quota 5 ma il dato più allarmante è un altro: 1 solo gol nelle ultime 24 partite. L’unico squillo, la tripletta nel 4-0 al Manchester City di qualche settimana fa.

I numeri da incubo delle foxes non finiscono qui, assumendo contorni ancor più cupi se si pensa che ad oggi è l’unica squadra prendendo in considerazione gli 88 club dei campionati professionistici inglesi a non aver segnato un solo gol nel 2017. La partenza di Mahrez in Coppa d’Africa non ha certo aiutato in questo senso, Ulloa è diventato un caso e ha visto pochissimo il campo segnando una sola rete, mentre l’acquisto milionario estivo di Slimani non ha portato i frutti sperati. Tutte le certezze sono sparite, il tecnico romano è stato messo in discussione e secondo i bookmakers è il più vicino all’esonero, nonostante il comunicato della società thailandese che ha difeso strenuamente il lavoro dell’uomo che appena 9 mesi fa partoriva uno dei più straordinari miracoli sportivi della storia.
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Che a mancare più di ogni altra cosa siano le motivazioni, come ampiamente preventivabile, è dimostrato dallo straordinario rendimento della squadra in Champions League. Ha vinto il proprio girone, guadagnandosi la possibilità di lottare per lo storico traguardo dei quarti di finale contro il Siviglia, impresa difficile ma non impossibile, soprattutto se almeno oltre manica dovesse recuperare quella caparbietà ed unione mostrata lo scorso anno ed in buona parte in Europa questa stagione.
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Il rischio che il doppio impegno in Champions possa levare le già poche energie soprattutto mentali della squadra in Premier, portandola ulteriormente dentro il vortice della retrocessione, è alto ed assolutamente realistico. Soprattutto se dovesse arrivare una dolorosa eliminazione esiste il rischio che il gruppo si lasci andare definitivamente, consapevoli di un sogno terminato ed oltre il quale non è più possibile scorgere nuovi orizzonti. Ranieri ha parlato di un gruppo che ha perso fame e stimoli, ritrovati solo nelle sei partite della massima competizione europea: anche in caso di ingresso nel G8 europeo le conseguenze in termini di dispendio fisico e psicologico sarebbero non trascurabili.
Inseguire il ricordo del miracolo Nottingham Forrest, vincitore di due Coppe dei Campioni partendo dal nulla e rischiare la caduta in Championships: è l’assurda contraddizione dell’annata del Leicester.