Indubbiamente il centro del campo rappresenta il fulcro di ogni azione. Terra di scontri, colpi di testa, di costruzione ed impostazione della manovra e di giocate di alta scuola. Anche per questo è la zona preferita dai grandi giocatori che si sa amano svariare su tutto il terreno di gioco. C’è però chi lo fa solo orizzontalmente e sulla corsia di competenza per tutta la gara con sgroppate ininterrotte. Sono i terzini e a loro la fascia non sta affatto stretta. Ruolo che richiede tanto lavoro e sacrificio, costanza, resistenza, velocità, e una buona tecnica di base. “Una vita da mediano” cantava Ligabue, ma quella del terzino forse è persino più dura. Posizione apparentemente monotona che esige un costante andirivieni limitato solo parzialmente da diagonali difensive e rari accentramenti. In realtà però i terzini sono quelli che alternano maggiormente le due fasi di gioco, in un mix continuo e frenetico. Un ruolo forse anche scevro da soddisfazioni a parte quando si riesce a trovare il cross o il passaggio vincente capace di mettere il compagno nella condizione più facile per segnare. A volte però questi giocatori sono capaci anche di realizzare grandi giocate e gol stupefacenti.

Proprio ieri Holebas e Bruno Peres si sono messi in mostra con due prodezze degne di alcuni dei migliori coast to coast recenti come quello di Gareth Bale lo scorso anno in Copa del Rey e quello di Weah nello storico Milan-Verona del 1996. Il greco José Holebas (o Iosif Cholevas, come preferite) ad inizio ripresa con una percussione fantastica a sinistra di circa 50 metri ha dapprima eluso l’intervento di Campagnaro, saltato in velocità Ranocchia e scaricato un sinistro violento che non ha lasciato scampo al povero Handanovic. Il 24enne ex Santos Bruno Peres invece è addirittura partito dalla propria area. Una sgroppata a destra davvero incontenibile, 78 metri in 12 secondi, alla quale hanno dovuto inchinarsi un po’ alla volta Pogba, Vidal, Evra e per finire l’incolpevole Storari.

Nella nostra Serie A ci sono anche altri terzini che sarebbero capaci di simili prodezze, basta pensare agli instancabili Maicon e Lichtsteiner. Sicuramente all’estero sono meglio forniti, ma non dimentichiamoci di un certo Fabio Grosso, simbolo di un Mondiale vinto contro tutti e tutto. Si tratta di un ruolo da sempre fondamentale e su cui probabilmente si investe poco. A volte si preferisce adottare altre misure, moduli alternativi, come il 3-5-2, incapaci di sfruttare una delle armi più semplici ed efficaci del calcio che permette di mettere costantemente in difficoltà l’avversario creando la superiorità numerica. Si pensa magari che occorra poco per avere un buon terzino, magari solo una buona corsa, e così specie nelle serie minori questo ruolo viene sottovalutato, ma in una grande squadra i terzini non mancano e sono in grado di fare davvero la differenza e rivelarsi decisivi.