La testa bassa, la coppa nelle mani di Messi. Era finita così il 6 Giugno, appena un mese fa, per Arturo Vidal e per la sua Juventus. La favola con il finale triste del club che da 12 anni non giocava una finale di Champions. Trascinatore, leader, rigorista: Arturo Vidal non era però riuscito a portare a Torino una coppa che è diventata un’amara ossessione per tutto l’ambiente. Un mese dopo lo scenario è ribaltato, capovolto: Messi a testa bassa, con una vocina che gli parla di quella storia per la quale con l’Argentina non vince mai, e Vidal con la coppa in mano.

La Copa America ribalta prospettive, gioie ed emozioni dei due calciatori. Artù non è un fenomeno, e non ha un posto sicuro nei manuali di storia del calcio, semmai qualcuno deciderà di scriverne. Messi sì. E forse è il più grande di tutti i tempi. O meglio, mettiamola così: è il più grande di tutti i tempi per chi non ha potuto vedere Maradona. Qualunque interpretazione vogliate dare alla frase va bene. Intendevo quello. Messi però stavolta torna a mani vuote e testa bassa. Come Vidal un mese fa. Con il rimpianto enorme di una generazione di fenomeni incapaci di portare un qualsiasi trofeo internazionale all’Argentina. Nemmeno questa Copa.

Vince Vidal. Miglior calciatore della competizione. E con un occhio guarda il pallone d’oro, che se avesse vinto anche la Champions magari avrebbe potuto persino sperarci sul serio. Leader indiscusso di questo Cile, uomo-responsabilità su tutti i fronti. Calcia i rigori caricandosi addosso i sogni di un paese intero, poi si fa ritirare la patente, litiga con la Polizia, chiede scusa con le lacrime agli occhi in conferenza stampa. Magari il pallone d’oro l’avrebbe meritato davvero. E nella stagione peggiore da quando è in Italia sarebbe stato uno di quei paradossi di cui è capace solo il calcio. Reduce da un infortunio, irriconoscibile fino a Gennaio, vince Coppa Italia, scudetto e Copa America. Non vince solo la Champions, ma la sfiora. E le voci di mercato già rimbalzano. In Cile danno per certo il Real Madrid, ma ci si penserà da domani. Questo è il tempo di godersi un successo, Artù.