Torna alla vittoria la Sampdoria a Bergamo dopo 5 turni. Un successo fondamentale arrivato in una gara difficile, iniziata col piede sbagliato ma raddrizzata in corsa.

Il primo tempo infatti ha confermato la squadra vista nelle ultime uscite. La formazione è apparsa sconnessa, troppe lunghe le distanze tra i reparti, Okaka viene lasciato da solo in balia dei rocciosi difensori orobici, Eto’o e Muriel non dialogano, sono troppi larghi, toccano pochi palloni e attendono la palla sempre e solo sui piedi, il centrocampo è incapace di organizzare una manovra, zero palleggio e tante verticalizzazioni sbagliate, non si vede affatto ma a volte si fa sentire con duri interventi nei confronti proprio di quel regista che a Mihajlovic servirebbe come il pane, Luca Cigarini. Regini, alle prese con un Emanuelson in grande spolvero, sembra rimasto ancorato alla strigliata del derby, i due centrali sono costantemente messi a dura prova dalla fisicità di Pinilla ed il solo De Silvestri prova qualche timida sortita offensiva. L’Atalanta alla fine non fa niente di che ma è più organizzata, più decisa a prendere i 3 punti e chiude la prima frazione di gara meritatamente in vantaggio con Stendardo, lasciato incredibilmente solo in area di rigore.

Iniziano i secondi 45 minuti, il tecnico serbo non effettua cambi, ma la squadra è da subito più motivata. Muriel a sprazzi sembra tornato quello di Lecce, Eto’o si muove maggiormente, Okaka sembra meno isolato e il suo duro lavoro di sacrificio sembra meno vano, crescono Duncan e Acquah, e De Silvestri continua a spingere sulla destra. I padroni di casa però non mollano e vanno vicini al raddoppio su calcio piazzato, tuttavia la gara resta in bilico e il colombiano ex Udinese inizia a fare le prove per il gol, prima con una punizione dai 25 metri di poco alta sopra la traversa e poi con una spettacolare rovesciata dopo un salvataggio sulla linea di Cigarini. Nell’Atalanta inoltre esce Pinilla e si perdono gli equilibri del primo tempo, la Samp continua a crescere ed in contropiede trova il meritato pareggio. Splendido il dialogo tra gli attaccanti doriani, Okaka indovina il passaggio di ritorno per Luis Muriel che trova un perfetto sinistro ad incrociare battendo così il fino a quel momento inoperoso Sportiello. I nerazzurri accusano il colpo, Colantuono non riesce a riprendere in mano le redini della gara, la Samp continua a spingere e di nuovo in contropiede, questa volta iniziato dal subentrato Correa, Eto’o trova lo spazio per la conclusione. Il giovane portiere orobico non riesce a respingere con efficacia il tiro del camurenense ed allora Okaka ne approfitta trovando il giusto premio per una partita molto dispendiosa e generosa e regalando così alla propria squadra un successo fondamentale.

3 punti che i tifosi doriani sperano possano ripristinare quella sicurezza e quella spavalderia che ha contraddistinto la loro squadra fino a gennaio, ovviamente ora con un nuovo assetto e con dei nuovi equilibri visti gli importanti acquisti della sessione di mercato invernale. Eto’o e Muriel stanno piano piano tornando in condizione, il secondo tempo di oggi fa ben sperare. Indubbiamente però questa gara ha evidenziato ancora una volta la palese difficoltà della Samp in fase di possesso palla, manca un centrocampista di qualità capace di impostare la manovra e fare da collante con il reparto offensivo vero e proprio. Con Palombo in qualità di filtro davanti alla difesa e Acquah e Duncan troppo stretti e vincolati alla fase difensiva, il centrocampo appare troppo statico, i tre mediani sono quasi sulla stessa linea e i due esterni d’attacco sono costretti a scendere eccessivamente per venirsi a prendere dei palloni giocabili. Infatti nel secondo tempo la Sampdoria è cresciuta soprattutto perché ha trovato maggiori spazi ed in campo aperto ha dimostrato di poter essere devastante anche grazie agli inserimenti delle due mezzale di colore tutta corsa e sostanza. Con questo modulo però, il 4-3-3, a dire il vero Mihajlovic non sembra avere grandi alternative, a meno che non si lavori al fine di arretrare la posizione di Correa, sicuramente il più dotato tecnicamente tra tutti i centrocampisti in rosa. L’argentino però tatticamente è ancora acerbo e dunque per il momento è più probabile il suo impiego da trequartista, il suo ruolo naturale, proprio come questo pomeriggio quando è subentrato al posto di Muriel, andando a formare così un falso 4-3-1-2.