Caro Milan, caro presidente, cari dirigenti, è arrivato il momento di guardare in faccia la realtà e di dire le cose come stanno. Basta con l’ipocrisia, basta scuse e attenuanti, servono i fatti. Capiamoci subito, per fatti non intendo trofei, ben vengano ovviamente, ma sensazioni positive e qualche piccola certezza. Forse avrei dovuto scrivere una favola, dal titolo scontato: “C’era una volta il Milan“, eppure no ho optato per la lettera, meno fittizia e più concreta, con la speranza che possa esortarvi a riprendere in mano la vostra squadra, la nostra, il Milan. Ci avete abituato davvero bene negli ultimi anni, fin troppo, e ve ne siamo grati noi tifosi ma ora è come se tutti quei successi vi si stessero ritorcendo contro. Si parla ormai da tanto di rifondazione, ma le basi di questa nuova squadra non sono ancora state poste, almeno io non le vedo, e credo di parlare a nomi di tutti, o quasi, i tifosi rossoneri. Magari gli ultimi anni Ancelottiani, la Champions del 2007, e in tempi più recenti, gli straordinari lampi di genio di Ibra, sono riusciti a coprire delle lacune già esistenti che solo ora si stanno manifestando. Ci siamo illusi, riuscendo a tirare fuori stimoli impensabili ad un gruppo che per gran parte aveva già dato e vinto tutto. Voi dirigenti però siete i principali responsabili di questo brusco declino, avreste dovuto porvi rimedio per tempo e noi tutti avremmo evitato di ritrovarci in questa situazione imbarazzante.
È mancato proprio quel naturale ed indispensabile, per ogni società che si rispetti, ricambio generazionale. E così dal “Diavolo in Paradiso” del 28 maggio 2003 siamo passati ad un Diavolo relegato nei più angusti e cupi meandri dell’Inferno, forse chissà è un luogo che ci si addice maggiormente. Le nostre 7 Champions corrono il rischio di diventare un po’ come i 7 scudetti della Pro Vercelli, roba da collezionisti, per chi vive di ricordi, ma come diceva una famosa pubblicità di qualche anno fa “Life is now“, e la nostra ottava coppa è solo un lontano e sfocato miraggio. Ricordo bene che aspettavo con ansia e trepidazione ogni domenica ed ogni notte di Champions per vedere la mia squadra del cuore. Ora non ci riesco più, non sarà magari un comportamento da vero tifoso ma mi fa male vedere una squadra in queste condizioni, allo sbando, senza un gioco, senza un’anima, d’altronde sono proprio i grandi amori quelli per cui soffriamo maggiormente. Mi fa male vedere le magie di Pogba, di Dybala, di Tevez, sono deluso, sconfortato ed arrabbiato, ma non, ripeto, disinnamorato, e credo che nemmeno voi dirigenti lo siate, eppure continuate così ad andare avanti per inerzia, senza lungimiranza e con la speranza che le cose si aggiustino da sole.
Riprendetevi questo Milan o se per qualsiasi ragione non siete in grado di farlo fatevi da parte. Basta con questo bicchiere mezzo pieno, il bicchiere è vuoto con qualche goccia sparsa qua e là, regna l’anarchia, manca un leader, manca un progetto, manca il carattere, mancano tutte quelle caratteristiche che contraddistinguono le grandi squadre. Basta con questi obiettivi utopistici, altro che terzo posto. Basta con le giustificazioni della crisi e del Fair Play Finanziario, i soldi ci sono ma vengono investiti male. Continuano ad arrivare esterni nonostante il centrocampo e la difesa siano degni di una squadra di medio-bassa classifica, continuano ad arrivare giocatori tendenzialmente a fine carriera e a parametro zero che puntualmente dopo un anno non si riescono a piazzare a causa dello stipendio elevato, continuano a circolare nomi non da Milan, gli ultimi Osvaldo e Spolli, ma vi ricordo che indossare la maglia rossonera deve essere un privilegio e se non ci sono i mezzi per acquistare dei top player allora, invece di acquistare giocatori per 6 o 12 mesi, è meglio guardare al futuro e puntare da subito sui nostri giovani, come Cristante, Mastour e gli altri campioni dell’ultimo Torneo di Viareggio. Se si vuole sperimentare davvero allora bisogna ripartire in questa maniera, da zero, dal nostro vivaio, con un progetto a lungo termine che un giorno possa portare a qualcosa di concreto, ma il tempo degli esperimenti ora è finito, se un progetto c’era è fallito in pieno, e lo dicono i risultati. Basta inoltre con l’alibi della scelta dell’allenatore inesperto, serve solo a prendere tempo, non paga, contribuisce a bruciare solamente le potenziali carriere da tecnici dei vari Leonardo, Seedorf ed ora Inzaghi.
Questa è la ricetta per risalire la china e sono sicuro che la conoscete meglio di noi tifosi, ora però è arrivato il momento di applicarla, questa è l’ultima chiamata, perché peccare è umano ma perseverare è diabolico.