Caro Massimo,
ti scrivo dopo il terremoto mediatico delle ultime ore. Nessuna confidenza, ma preferisco chiamarti “caro” e non “egregio”, perché hai sempre trattato l’Inter come una tua creatura, ti sei preso cura di lei ventiquattro ore al giorno, come avresti fatto con una figlia. E hai donato ai tuoi – o meglio i vostri – tifosi, sempre grande attenzione, gli hai trasmesso tutta la tua indiscutibile passione.
Hai portato all’Inter giocatori del calibro di Vieri, Crespo, Ronaldo, Toldo, Milito, Ibrahimovic, spendendo per loro circa 200 milioni. Sei entrato in punta di piedi nel ’95, hai riportato la Beneamata in casa Moratti e lei ti ha ringraziato poco dopo con una Coppa Uefa. Il primo, dei tanti trofei, vinti con lealtà ed onestà. Termini che non sempre hanno fatto parte di altri club, che ne hanno poi ostacolato gli anni successivi. Indimenticabile la reazione post Juve-Inter e quel rigore non fischiato per lo storico fallo di Iuliano, che pagammo con il secondo posto in campionato.
Poi i cinque scudetti di fila, fra cui quello dei record di Roberto Mancini. Quattro Supercoppe e altrettante Coppe Italia inserite in bacheca. E quel leggendario Triplete, la grande coppa, quella dalle grandi orecchie, che mancava addirittura da quarantacinque anni, dall’era di papà Angelo. L’Inter, con te, non è stata solo sul tetto d’Italia e d’Europa, ma anche del mondo. Come i grandi club. Anzi, un posto solo per grandi club, come lo è stato quello nerazzurro sotto la tua guida.
Come ogni storia d’amore, hai avuto anche momenti bassi, quelli tristi: le dimissioni del ’99, poi ritirate per acclamazione e quelle del 2004, con la breve ma intensa parentesi del tuo grande amico e storica nostra bandiera, Giacinto Facchetti. I tanti soldi spesi e i pochi risultati a ripagarti.
Quando hai deciso di consegnare la tua creatura nelle mani di Erick Thohir, lo hai fatto per il suo bene. Hai accusato colpi bassi, ricevuto critiche e insulti, ma hai sempre risposto con indifferenza ed eleganza. Tutti coloro che oggi ti criticano di aver messo il club in cattive condizioni economiche, sono gli stessi che hanno applaudito quando tu, di tasca tua, hai sborsato fior di quattrini per portare a Milano top-player e non far mai mancare al pubblico l’entusiasmo. Ora sono tutti diventati esperti di economia. Ed è per questo che ti senti massacrato, pugnalato alle spalle dalle parole di Bolingbroke.
E non solo le sue. La mancanza di rispetto nei tuoi confronti di Walter Mazzarri l’hanno notata tutti. Purtroppo, però, alcune persone non sanno cosa sia la gratitudine. E il tecnico di San Vincenzo dovrebbe solo ringraziarti per averlo portato ad allenare una delle più grandi squadre al mondo.
L’Inter è Massimo Moratti. Massimo Moratti è l’Inter. E la famiglia Moratti apparterrà sempre alla storia di questo straordinario club. Ma soprattutto avrà per sempre un posto nel cuore dei tifosi nerazzurri. Per noi sarai sempre il nostro Presidente, tutto il resto è noia.
Grazie di tutto.