La storia dell’invasione degli albanesi in Italia è una storia vecchia. Risale addirittura al finire del XV secolo, quando Giorgio Castriota Scanderberg morì. Alla morte dell’eroe albanese alcuni gruppi di albanesi (perlopiù della parte meridionale del paese) emigrarono verso l’Italia del Sud e le isole. Nacque così una delle minoranze più numerose della storia del nostro paese: gli arbëreshë. Un gruppo etnico con una propria lingua, che ancora oggi viene parlata come dialetto in diversi paesi del Sud Italia.
Ma questa storia ci porta anche ad un giorno (8 Agosto) caldo del 1991. Quando la “nave dolce”, una nave mercantile partita da Durazzo, arrivò a Bari con 20.000 albanesi a bordo. Era la storia di tante persone partite quasi per caso, senza nemmeno sapere realmente dove erano dirette, con un bagaglio immaginario di posti conosciuti solo attraverso una tv bugiarda. La storia di tanta gente che si è poi integrata nel nostro paese, ma quel giorno fu “sistemata” allo Stadio della Vittoria di Bari, costruito l’anno precedente per i mondiali. Era l’Italia che sognava il nuovo millennio, al quale mancavano pochi anni, e un progresso tecnologico che avrebbe invece deluso i più. Ma fu il primo vero sbarco dell’epoca moderna in Italia. Ed erano albanesi.
Ieri sera la storia si è ripetuta, con modalità diverse. Quasi come un paradosso, come quel fiume che scorre sempre, di memoria eraclitiana. Gli albanesi invadono Genova per la partita tra Italia e Albania. Alcuni vivono qui da sempre, e oggi vogliono scoprire che è più bello essere albanesi. Che c’è quel gusto un po’ nel portare in giro quella bandiera rossa che solo qualche settimana fa causò gli scontri in Serbia. Ieri sera c’era l’orgoglio di essere arrivati col barcone, e di avere ora uno squadrone, come recitava uno striscione esposto dalle tribune. E lo stadio era invaso da gente che aveva voglia di cantare, applaudire l’inno italiano, quasi come forma di riconoscimento, e tifare. Con un paio di invasioni, per chiedere la maglia ai calciatori albanesi. Ma era quasi normale ieri sera. Non ci è sembrato grave, infondo era un momento pacifico anche quello.
E l’incasso, dovuto per la maggior parte agli albanesi, andrà in aiuto ai popoli colpiti dall’alluvione delle scorse settimane. Un gesto simbolico al quale il destino ha chiamato un popolo che invase l’Italia per la prima volta nel XV secolo, ma che non ha mai fatto male alla penisola. Anzi, ieri sera quel rosso a Marassi, è stata una delle cose più belle che sia capitata al nostro calcio negli ultimi tempi. Impariamo.