Una vera e propria sfida infinita quella tra Juventus e Roma. Siamo certi che si propagherà fino a maggio, ma siamo altrettanto consapevoli che si giocherà soprattutto lontano del campo e metterà a dura prova i nervi di tutti. Dopo qualche giorno di relativa calma Morgan De Sanctis ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport riaprendo così la diatriba e suscitando nuove polemiche.
Il portiere della Roma è sceso in difesa del capitano Francesco Totti ed ha esposto la propria opinione a freddo. Nulla di scandaloso anzi De Sanctis ha ribadito la delusione e il dispiacere per la sfortunata partita di Torino accennando all’esistenza di una evidente sudditanza psicologica a favore della Juventus e del più forte in generale. Niente di nuovo, visto che spesso questo concetto viene tirato in ballo per molte squadre (Juventus, Inter, Milan e diverse straniere, su tutte Real e Barcellona), si sa chi vince è sempre alla ribalta della cronaca. Poi però il portiere giallorosso ha sfruttato l’intervista per approfondire altri aspetti e forse approfittando anche del suo ruolo di consigliere federale di opposizione (“partito” di Albertini) ha voluto dire le sua sui nodi: ultras, violenza negli stadi, moviola in campo, doping e calcio scommesse.
Ha dato molto fastidio tuttavia ai tifosi juventini l’insinuazione dell’impossibilità di giocare ad armi pari contro la Juventus e la constatata differenza di vittorie della stessa tra Competizioni Italiane ed Europee. La storia parla chiaro e dà ragione al numero 1 abruzzese ma da qui a parlare di partite truccate ce ne passa. La cosa più interessante però che emerge dall’intervista è un’altra. La Juventus per tradizione è una squadra dotata di un certo stile, da sempre avvezza a critiche e vittorie alle quali ha risposto sempre con un determinato profilo. Questa volta invece, e non è la prima, la Vecchia Signora ha risposto a tono. Le dichiarazioni a caldo di Totti nell’immediato post partita sono indubbiamente pesanti, ma è anche vero che gli episodi incriminati, giusti o sbagliati che siano, hanno finito per favorire la squadra di casa. Ora a questa cultura della sconfitta si è opposta una equivalente cultura della vittoria, esplicitata dall’infelice tweet di Bonucci. Un campione come Pavel Nedved in seguito si è lasciato andare in una pessima caduta di stile parlando di correttezza e professionalità, lui che una settimana prima in Atalanta-Juventus era stato inibito per offese al direttore di gara. Perfino Michel Platini ha sentito il bisogno di scomodarsi ed intervenire con un inutile commento sulla gara. Le uniche dichiarazioni da condividere in toto sono quelle di James Pallotta. Il presidente giallorosso, dall’alto della sua cultura sportiva americana ha manifestato il bisogno di ricorrere alla tecnologia per evitare questi spiacevoli episodi ed è tornato finalmente a parlare di calcio. Juventus-Roma forse in molti lo hanno dimenticato si è giocata sul campo e per quello che si è visto la Roma non è stata minimamente inferiore alla squadra di Allegri, anzi ha fatto qualcosina di più. La Juventus lo sa ed è per questo che non ha smorzato i toni, è consapevole del fatto che il titolo non è più al sicuro.
Ognuno è libero di dire ciò che vuole e soprattutto bisogna elogiare chi ci mette la faccia. Un affronto come quello di Totti, per quanto pesante, è assolutamente costruttivo e detto da un campione come lui avvalora la necessità di cambiare qualcosa. La tecnologia ormai è un bisogno impellente e chi ne è contrario allora non ama il calcio ma ama le diatribe che provoca. La coerenza è tutto. Manifestare una propria opinione in diretta tv dopo una gara dai mille volti è sicuramente più apprezzabile di chi cambia opinione come cambia bandiera. Lo dice anche il proverbio: la verità risiede nel mezzo. E in un mondo dove più che i giocatori sono gli organi di informazione a mettere zizzania e dare adito a polemiche e non spazio al calcio giocato, l’opinione di un De Sanctis, ragazzo che ha sempre fatto il suo e che raramente è salito agli onori della cronaca, è solo da apprezzare e non strumentalizzare.