Quanti di voi avrebbero scommesso in lui dopo l’esperienza negli Emirati Arabi? Sembrava ormai dover smettere, ma un goleador come lui non voleva, non poteva! Decide così di tornare nella sua Firenze, dove colleziona 27 presenze e 8 gol, spesso subentrando dalla panchina. Finisce il contratto di 6 mesi e arriva l’offerta del Verona. Luca si mette di nuovo in gioco e firma il contratto con l’Hellas. Si pensava fosse un’esperienza di quelle fatte da giocatori ormai finiti, pronti ad accettare offerte per onorare la fine della propria carriera, ma proprio in questo momento esce la passione di Toni per questo sport e l’istinto che solo i veri bomber hanno: in un anno e mezzo, in 64 presenze, Luca Toni segna 35 reti, 20 lo scorso anno e 15 in questa stagione.
Non male per un ragazzo che faceva la panchina in C1 non credete? La sua carriera è stata molto travagliata, piena di panchine e tribune. Cavasin nella Fiorenzuola non lo faceva mai giocare, si trasferì così nella Lodigiani, trampolino di lancio che gli servì per arrivare in serie A. Esordio che avvenne il 2 ottobre del 2000 contro il Milan quando lui indossava la maglia del Vicenza, partita vinta dai rossoneri per 2-0. Viene acquistato dal Brescia di Mazzone per 30 miliardi, siglando 15 reti in 2 anni. La sua carriera vede fare un passo indietro nel momento in cui lo acquista il Palermo militante in serie B. Con i rosanero l’impatto è devastante: 30 gol in 45 partite! L’anno dopo si qualifica per la prima volta in Europa per poi fare il passo che lo ha fatto diventare un grande campione, ossia il trasferimento alla Fiorentina. Il primo anno segna 31 gol, diventando il primo italiano a vincere la scarpa d’oro, mentre il secondo anno ne realizza 16. Nel 2006 vince la coppa del mondo con l’Italia di Lippi che lo mette in gran mostra, cosicché il 30 maggio 2007 si trasferisce nel Bayern di Monaco, segnando in tutto 38 gol. Dopo l’esperienza tedesca per lui c’è uno scudetto sfiorato con la Roma di Ranieri e l’esperienza travagliata in bianconero, passando per Genova, tutto prima di trasferirsi in Arabia Saudita.
Non resta che ammirare l’immortale ed eterno Toni, ragazzo che dovrebbe essere seguito come esempio dai bambini che muovono i primi passi nel mondo del calcio, emblema di professionalità e correttezza.