“Devo quello che sono al calcio e ora è il momento di ripagarlo. Sono candidato alla presidenza della FIFA”.
Con queste parole, il campione portoghese Luis Figo ha annunciato, su twitter, la sua candidatura. Una gran bella notizia per gli amanti del calcio. Tanti gli attestati di stima ricevuti dall’ex Inter e tanti i commenti positivi degli appassionati su Twitter. Sembra quasi un plebiscito, infatti, sono in molti ad aver accolto con entusiasmo questa idea. Perché Figo è stato un grande calciatore, perché il calcio ha bisogno di una ventata d’aria fresca che uno come lui potrebbe di certo portare. Forse anche perché, diciamolo, Blatter non è proprio un campione di simpatia e affabilità e, in molte occasioni, ha dimostrato una chiusura totale verso l’innovazione. Vedasi gli infiniti tira-e-molla sul Goal Line Technology e sulla moviola in campo. Inoltre, la gestione Fifa dei mondiali e gli accoppiamenti delle squadre non sempre sono apparsi limpidi; tutto ciò ha gettato non poche ombre sullo svizzero, Presidente da ben 16 anni. Figo è l’uomo giusto per il cambiamento, conosce il calcio moderno ed è giovane per quel ruolo.

La carriera

Il portoghese ha fatto una carriera straordinaria: dopo gli inizi nello Sporting Lisbona ha vestito le maglie di Barcellona, Real Madrid ed Inter, dove ha finito la carriera da calciatore per iniziare quella dirigenziale. Il tutto condito, tra le altre cose, da 1 Champions, 1 Coppa Intercontinentale, 4 campionati italiani ed altrettanti in Spagna. Nel mezzo un bel Pallone d’oro, che non guasta mai.

La curiosità

Figo approdò in Italia nel 2005 a parametro zero ma sarebbe potuto approdare molto prima, nelle fila del Parma o della Juventus. Infatti, nel 1995, quando Luis aveva 23 anni ed era corteggiato da mezza Europa, aveva in pratica firmato un pre-contratto con il Parma di Callisto Tanzi (sì, a quei tempi il Parma e le italiane in generale erano più appetibili di Real e Barcellona!). Il problema si pose quando firmò un contratto analogo con la Juventus. Piccolo dettaglio: è vietato. La FIFA condannò tale comportamento, inibendo Figo alla stipula di ulteriori contratti con club italiani per 2 anni. L’Italia perse così l’occasione di far crescere uno dei più grandi calciatori portoghesi della storia forse a causa di procuratori troppo avidi o più semplicemente della negligenza di un giovane calciatore che stava inseguendo il proprio sogno