Il 2 ottobre si celebra la Festa dei Nonni, ricorrenza introdotta in Italia nel 2005 per celebrare l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale. Il nostro pensiero non può che andare ai tanti nonni del mondo dello sport e non c’è occasione migliore per ricordi gli allenatori di calcio che, anche in età avanzata, rimangono protagonisti assoluti del gioco più bello del mondo.

Difficile non partire da Bora Milutinovic, il settantenne serbo di nascita ma messicano di passaporto. Zingaro, pioniere, chiamatelo come volete: Milutinovic è un personaggio di innata simpatia e dalle straordinarie qualità umane. Detiene uno straordinario record: è l’unico, insieme al brasiliano Parreira, ad aver guidato cinque nazionali diverse ai Mondiali (Messico nel 1986, Costarica nel 1990, Usa nel 1994, Nigeria nel 1998 e Cina nel 2002). La sua carriera è semplicemente eccezionale, soprattutto a livello di esperienza: ha allenato in qualsiasi luogo del mondo e si è confrontato con tante culture diverse. Per lui anche una breve parentesi in Italia, ad Udine nel 1987. Ma anche in Giamaica, Honduras, Iraq e Qatar e potremmo continuare ancora a lungo. Un maestro di calcio e di vita.

A proposito di record, impossibile non menzionare nonno Giovanni Trapattoni, l’allenatore italiano più vittorioso a livello di club. Capace di trionfare in tutte le manifestazioni Uefa, in tutte le competizioni confederali e di conquistare lo scudetto in quattro nazioni diverse. Senza dimenticare una splendido palmares anche da calciatore con la maglia del Milan di Nereo Rocco, con cui vinse praticamente tutto. Attualmente in cerca di squadra dopo l’esperienza alla guida dell’Irlanda, si occupa a tempo pieno dei suoi nipotini.

Citazione doverosa per Carlo Mazzone, classe 1937, decano dei mister italiani con l’invidiabile primato del numero totale di partite in serie A: ben 795! Lunghissima la serie di aneddoti sul tecnico ascolano, schietto e carismatico come pochi suoi colleghi. Celebre soprattutto l’episodio accaduto durante Brescia-Atalanta 3-3 del 30 settembre 2001 quando Carletto, subito dopo il pareggio delle rondinelle firmato da Roberto Baggio, corse ad esultare sotto la curva occupata dai tifosi bergamaschi, che lo avevano insultato per tutta la partita.

Menzione speciale per Cesare Maldini, pluridecorato sia da giocatore che da tecnico. È stato vice di Bearzot nel Mundial 1982, e ha vinto tre titoli europei consecutivi con la nazionale Under 21 prima di approdare sulla panchina di quella maggiore. Ma soprattutto è papà della leggenda Paolo e nonno di Christian, che già inizia ad affacciarsi nel calcio che conta per proseguire la straordinaria tradizione di famiglia. Naturalmente con la maglia del Milan.

A proposito di Milan, tra il 1991 e il 1996 c’è stato un uomo capace di condurre i rossoneri alla conquista di 4 scudetti in 5 campionati. Senza dimenticare i 2 titoli su 2 vinti nella Liga spagnola con il Real Madrid. Un vincente di professione, nonno felice e attuale allenatore della Russia che ospiterà i prossimi Mondiali: Fabio Capello.

Dino Zoff, invece, era ritenuto un nonno sin da calciatore. Indimenticabile il campionato del mondo conquistato nel 1982 alla veneranda età di 40 anni, da capitano dell’Italia di Bearzot. Una leggenda, che in panchina ha raccolto meno rispetto alla carriera da portiere con un grande neo difficile da dimenticare, la finale dell’Europeo 2000 persa al Golden Gol contro la Francia.

Chiudiamo la nostra carrellata di nonni in panchina con Roy Hodgson, attuale ct dell’Inghilterra, protagonista di pagine importanti nel nostro paese alla guida dell’Inter. Uomo dotato di grande ironia e capace di sdrammatizzare anche le situazioni più difficili con il sorriso.

Carriere straordinarie, esperienze inarrivabili e tanti aneddoti da raccontare: ci fermiamo qui ma avremmo dovuto citare anche altri nonni da applausi come, solo per fare qualche esempio, Nevio Scala, Gigi Simoni, Sir Alex Ferguson, Guus Hiddink. In un momento in cui vanno di moda giovani mister ambiziosi e portatori di innovazioni tattiche vere o presunte, non bisognerebbe dimenticare l’esperienza di questi uomini senza tempo, profondi conoscitori del calcio e delle sue dinamiche.