È la strada buona e l’Inter sembra convinta di poterla percorrere. La sfida contro il Genoa termina 3-1, dopo un primo tempo dominato ed una seconda frazione di gara dalle due facce.
Sin dalle battute iniziali del match l’Inter dimostra di sapere quello che cerca. Grinta, pressing, corsa ed un assist strepitoso di Guarin che per poco non permette ad Icardi di segnare. Il Genoa non demorde, va vicino al gol con Antonelli subito dopo, ma inizia a soccombere dopo soli dodici minuti. Semi rovesciata di Icardi, ancora lui! Perin non trattiene, Palacio si precipita sul pallone ed insacca. Ventisei minuti più tardi arriva il raddoppio. Icardi lasciato solo di testa manda il pallone alle spalle di Perin. La partita da molti viene considerata chiusa, ma dimenticano che in campo c’è l’Inter e con lei quel briciolo di pazzia che aveva smarrito da sin troppo tempo. Ed infatti il Genoa non molla, cerca il gol del 2-1 e lo trova con Rizzo a cinque minuti dalla fine. L’Inter si sveglia e chiude il match con Vidic su angolo, centoventi secondi più tardi.
L’Inter vince e convince, anche se quel gol subito qualche ombra la lascia. Ma tutto sembra funzionare. Vidic con la difesa a quattro dimostra di poter essere un validissimo rimpiazzo se non addirittura un titolare. Icardi sarà che con Osvaldo si è preso un gran spavento, sembra un altro calciatore, uno che non lascia al caso nemmeno il pallone più improbabile.
Però non può essere solo questo il segreto dell’Inter, il segreto di un cambiamento così radicale. Sotto c’è qualcos’altro, ci sono dei giocatori che scendono in campo convinti di potercela fare. Lo hanno dimostrato contro la Juventus sfiorando la vittoria, lo hanno confermato contro il Genoa, dove la differenza di qualità in campo si è vista eccome, e menomale che Shaqiri non è mai entrato in campo.
Mancini dice che questa non è ancora la sua Inter, ma a noi non riesce di credergli. Perché in campo potranno anche non esserci tutti i calciatori da lui chiesti al mercato, ma la mentalità, quella si che è la sua. Ed è sua anche la serenità che dilaga sul rettangolo verde, come quando steso involontariamente da una pallonata di Andreolli, si rialza con un sorriso da star hollywoodiana e chiede ironicamente il cambio del difensore. Un dettaglio, certo, ma a volte a fare la differenza sono proprio quelli.
L’Inter con la vittoria di oggi si porta a -1 dal Milan, che non è un mistero che stia attraversando un momento non proprio roseo e si riporta in corsa per il terzo posto. Perché con giocatori così, con innesti così, con un allenatore così, sognare è lecito, ma gli occhi non sono poi mica così chiusi.