Smarrimenti, ritrovamenti e…distrazioni. Brasile 2014 è anche questo, un continuo stream of consciousness tra storie, palloni e affetti. Il nome di Joedir Belmont non dirà molto agli appassionati di calcio, eppure parliamo di un uomo che ha scritto una piccola pagina nella grande storia di questo sport. Nel 1950 Belmont, allora giovanissimo, aveva acquistato un biglietto per assistere alla finale dei Mondiali, passata poi alla storia come il Maracanazo, con il drammatico 1-2 verde-amarela contro l’Uruguay, ma per un problema in famiglia non riuscì ad assistere alla partita. La sua storia è rimasta negli armadi per ben 64 anni: nel mezzo 16 edizioni mondiali e una vita, quella di Belmont, vissuta nella speranza di rivedere i suoi beniamini in campo per una finale. Con il ritorno iridato in Brasile la Fifa aveva contattato Belmomt offrendo un posto a lui ed alla sua famiglia per vedere la finale di Brasile 2014, in cambio del tagliando, che il massimo organismo calcistico avrebbe esposto nel proprio museo.
Happy ending e affare per tutti? No, perchè l’uomo ha perso i biglietti nel ritorno a casa: ironia della sorte maturata dopo aver conservato per oltre mezzo secolo uno storico cimelio. La Fifa, allertata, ha consigliato a Belmont di attendere: se i biglietti non saranno ritrovati, Blatter & C. gliene stamperanno altri due. Ma prima c’è da superare la Germania. Per evitare un Maracanazo 2.0.