Correre una maratona non è già di per sé cosa semplice. Se poi ci si aggiunge l’impazienza degli automobilisti costretti a fermarsi in prossimità dei varchi per far passare i runner e la loro lingua tagliente che dà voce all’insofferenza e alla frustrazione senza freno, allora diventa davvero dura e tutt’altra cosa dall’essere un divertimento.

Un percorso lungo 42,195 chilometri completamente chiuso al traffico, di sicuro, stride con una metropoli. A volte diviene persino ingombrante. A tal punto che la sosta obbligata per permettere il passaggio del serpentone di maratoneti faccia sentire qualcuno nel pieno diritto di scaricare tutta la rabbia accumulata in questa insolita domenica mattina sul primo malcapitato in pantaloncino e scarpette che gli capiti a tiro. La capitale di questo malcostume è, purtroppo, Milano.

C’è da annotare che negli anni questo fenomeno di becera ignoranza è sicuramente diminuito, ma anche nella XIV edizione, disputata la prima domenica di aprile, il trend non ha faticato a ripresentarsi. Nemmeno il blocco parziale del traffico è servito a placare l’ira dell’automobilista della domenica. Come consuetudine da qualche anno, la partenza avviene dal Polo fieristico di Rho e il percorso della maratona milanese si snoda attraverso i luoghi simbolo della città: lo Stadio di San Siro, l’Arco della Pace, il Parco Sempione, il Duomo, i Navigli e l’Arena Civica, ai quali si vanno ad aggiungere le caratteristiche vie del centro storico di Milano che da Corso Venezia vanno a toccare il quadrilatero della moda per poi proseguire in Piazza della Scala e Foro Bonaparte fino al Castello Sforzesco, scorcio pittoresco dove le migliaia di runner vanno a tagliare il traguardo. Il primo maratoneta all’arrivo è stato il keniota Francis Kiprop che ha impiegato 2h08’53” per i canonici 42 chilometri e 195 metri. L’ultimo ha chiuso intorno alle 6h38’.

A sentir parlare organizzatori e amministratori locali il clima dovrebbe essere quello di una città in festa: una festa per lo sport e per i tanti corridori che arrivano da ogni parte d’Italia, una festa per i cittadini di Milano, una domenica senza traffico costellata di iniziative per sportivi e non. Un nuovo modo, dunque, di intendere la città e uno spunto prezioso per far attecchire un nuovo stile di vita: abituarsi a fare meno dei mezzi privati e sfruttare di più i mezzi pubblici (che per l’occasione andrebbero fortemente potenziati), conoscere le problematiche e imparare ad informarsi sulla propria città.

D’altro canto, però, per permettere che la festa sia davvero di tutti bisogna che l’offerta sia ben più allettante, non solo per quanti vogliono cimentarsi con la maratona o con la staffetta che da qualche anno è stata affiancata alla 42 chilometri, ma anche per chi vuole viverla da spettatore o da semplice cittadino: negozi aperti, eventi musicali, spettacoli lungo le vie sono solo alcuni degli accorgimenti che renderebbero una giornata come questa davvero fruibile e innovativa.

Senza tutto ciò si è ben lontani dai fasti e dalle feste delle grandi maratone internazionali, Roma, Berlino, Londra, New York, solo per citarne alcune. E quel automobilista becero e indisciplinato continuerà ad essere una costante, sgradevole ma da mettere in preventivo.