Quando si difende la porta di una grande squadra di calcio, l’attenzione dovrebbe essere associata alla concentrazione o viceversa. Marc-André ter Stegen, nuovo estremo difensore del Barcellona, molto probabilmente ancora non deve aver capito questo concetto. Bravissimo tra i pali, ci mancherebbe, ma nelle uscite non fa quasi mai la cosa giusta. Nella serata di ieri, durante Paris Saint Germain-Barcellona di Champions League, ho notato un portiere impaurito. Faccio chiarezza: se un pallone arrivasse a due metri dalla linea di porta, un normalissimo pipelet uscirebbe senza problemi gridando il fatidico “Mia!” (riferito alla sfera) sventando, così, la minaccia.
Marc-André ter Stegen, però, in occasione del secondo gol di Verratti e della terza di Matuidi, si è reso protagonista di un ballo, chiamato “l’inchiodato”, che non avrà di certo fatto sorridere i tifosi blaugrana accorsi a Parigi o davanti lo schermo. Quando il centrocampista italiano segna di testa, il portiere tedesco alza le mani in segno di resa, muovendosi dalla sua porta quando ormai il pallone ha preso la via della rete; sul 3-1, ter Stegen, per motivi ancora poco chiari, non intercetta il cross teso di Van der Wiel che termina sui piedi di Matuidi, bravo a segnare a porta sguarnita, o quasi.
Due errori grossolani che macchiano una buona prima parte di stagione, nonostante tutto, che deve far riflettere in primis il classe ’92 e poi Luis Enrique. Con questa sconfitta il passaggio agli ottavi di Champions League non sarà di certo un problema ma, a lungo andare, disattenzioni come queste (ci metto anche la difesa catalana) potrebbero costar caro.