Mattia Barro, frontman de ‘L’orso‘, ama non poco musica e sport, tant’è che ha deciso di dedicare un romanzo/saggio a questo intramontabile connubio: Musica nel pallone, edito da Habanero.
Cosa l’ha spinta a scriverlo?
L’amore. Penso che la scrittura nasca sempre da una condizione del cuore. La vivo come se avessi scritto una lettera d’amore alla persona amata
Cori da stadio, inni, canzoni composte da cantautori, e via dicendo. Il rapporto tra musica e sport (soprattutto calcio) pare essere ben saldo. Secondo Lei perché?
Nel primo capitolo del mio libro affronto proprio questa tema poiché era la base per iniziare il mio lavoro, il punto focale di partenza. La risposta che mi do da quest’analisi è che lo sport e la musica raccontano storie. La loro forza risiede in questa capacità incredibile di fornirci racconti, così differenti tra loro, così vivi. L’essere umano ha bisogno di storie e lo sport, come la musica, lavorano per colmare questa infinita lacuna umana.
Qual è il suo pezzo ‘sportivo’ del cuore?
Sicuramente se si è nella mia posizione, non si può non amare You’ll never walk alone, inno del Liverpool ripreso da un brano di Gerry And The Peacemakers. Un coro in grado di esaltare stadi e generazioni. Sono molto legato però all’inno del West Ham, I’m forever blowing bubbles, di cui ho sempre amato l’allegoria delle bolle che si alzano in cielo fino all’inevitabile esplosione; credo sia un linguaggio molto differente da quello solitamente utilizzato nel calcio
Quali sport segue con maggiore interesse e quale altra disciplina sportiva, oltre al calcio, si potrebbe definire molto legata al mondo musicale?
Sicuramente tutti gli sport statunitensi hanno un forte legame musicale. Penso in particolare all’NBA e al forte legame con l’hip hop, basti pensare che il rapper canadese Drake è diventato ambasciatore dei Toronto Raptors o alla quota partecipativa di Jay Z nei Brooklyn Nets. In Europa l’epica del ciclismo è stata ampia fonte d’ispirazione come, ad esempio, per la sonorizzazione del Tour De France dei Kraftwerk. Per quanto riguarda le mie preferenze, sicuramente NFL e NBA, anche se subisco l’eleganza degli sport nobili come atletica, boxe, tennis e ciclismo stesso, sport che ho seguito soprattutto da più giovane grazie alla grande passione di mio nonno.