Mazzarri continua a sbagliare tattica: non si rassegna al fatto di dover partire con più di una punta dall’inizio e dover rinunciare, magari, alla tanto ‘amata’ difesa a tre. In effetti, avere quei tre uomini dietro, spesso immobili (Ranocchia e Vidic centrali e troppo simili) e togliere così un uomo, e dunque più possibilità di costruire e rubare palla, al centrocampo, ha rivelato le prime pecche nerazzurre di avvio Campionato.

Vincono Juventus, Milan, Napoli (per un pelo), mentre l’Inter non va oltre il pareggio, anche perché costruisce poco, dimostra poca grinta e una velocità di gioco ridotta ai minimi termini. Non è capace di ripartire subito, attendendo sempre che gli avversari riescano a riposizionarsi al meglio.

L’ingresso dell’ex D’Ambrosio, prima di Nagatomo, scombussola ulteriormente il terreno da gioco, tra i fischi dei tifosi del Torino e l’incapacità del nuovo ingresso di dare una svolta al match.

Poco coraggioso, Mazzarri. Troppo difensivo in una gara in cui le due compagini, molto rispettose l’una dell’altra, come hanno fatto notare i cronisti di Mediaset Premium, per il loro piazzarsi solide dinanzi alla difesa. Poco coraggioso, nonostante l’ingresso di Osvaldo, forse attardato. C’è da dire che molti giocatori non erano in partita, tra cui Hernanes, Kovacic, e Medel nel primo tempo, a causa della presenza del doppione M’vila.

Chi si è dato maggiormente da fare è stato Jonathan, almeno nella prima frazione di gioco, perché dopo, ormai sfiancato, ha costruito poco e commesso qualche errore. Per l’Inter resta inoltre il problema dei calci d’angolo: è raro vederne uno battuto bene, e in una sfida in cui ti capita di calciarne diversi, un angolo come si deve potrebbe realmente fare la differenza.

Tutto ciò sottolineando che Walter Mazzarri e i suoi hanno avuto solo il coraggio di pareggiare con i granata che sì, non sono male, la scorsa stagione hanno fatto più che bene, ma adesso sono pur sempre privi dei fiori all’occhiello: Cerci e Immobile. Mentre, tra i nerazzurri quest’anno è difficile scovare pedine poco importanti o avvezze al bel gioco.

L’espulsione di Vidic ha fatto inalberare il tecnico, che ha definito la decisione dell’arbitro un vero ‘abbaglio’, così come il rigore non concesso ai suoi, nello specifico per il fallo subito da Icardi.

L’Inter, quindi, si è dovuta ‘accontentare’ di un solo punto, certamente con la consapevolezza che sarebbe potuta andare peggio. Se Larrondo non avesse sbagliato quel rigore