Competente e irriverente: Carlo Mazzone è stato una colonna portante del calcio italiano degli ultimi decenni. Oggi festeggia 80 anni, molti dei quali passati ai margini del terreno di gioco a dirigere molte squadre: suo il record di panchine in Serie A (795 partite ufficiali).
Nato a Roma nel marzo 1937, Carlo cresce nelle giovanili della Roma, con la quale debutta in prima squadra nella stagione 1958. In seguito milita nella Spal, nel Siena e soprattutto nell’Ascoli, dove rimane per quasi un decennio e dove pone fine alla sua carriera da giocatore.
Appese le scarpette al chiodo, eccolo vestire i panni di allenatore proprio alla guida del club marchigiano, che dirige fino al 1975.
È l’inizio di un lunghissimo valzer di panchine: nel 1975 passa alla Fiorentina, nel 1978 al Catanzaro, nel 1980 di nuovo all’Ascoli, nell’85 al Bologna, nell’86 a Lecce, nel ’90 a Pescara, nel ’91 a Cagliari, nel ’93 alla Roma, nel ’96 al Cagliari, nel ’97 al Napoli, nel ’98 al Bologna, nel ’99 al Perugia, nel 2000 al Brescia, nel 2003 al Bologna e nel 2005 al Livorno, la sua ultima squadra allenata.
Ascoli il trampolino di lancio, ma senz’altro Roma la piazza di maggior spessore. Nella capitale, la sua città, vi rimane per tre anni, raccogliendo un settimo e due quinti posti, ma soprattutto portando alla ribalta un giovane Francesco Totti. Non da meno l’avventura al Bologna, dove ritorna per tre volte: nella sua seconda esperienza felsinea può contare su giocatori del calibro di Beppe Signori ed arriva a vincere la Coppa Intertoto e si spinge fino alla semifinale della Coppa Uefa e della Coppa Italia.
In seguito l’approdo a Perugia, dove diventa uno dei pochi allenatori che riesce a resistere fino alla fine dell’anno durante la presidenza del vulcanico Luciano Gaucci, ed infine a Brescia, dove abbraccia un Roberto Baggio al termine della carriera e dove lancia uno dei più grandi talenti del calcio azzurro del nuovo millennio, Andrea Pirlo.
Il binomio Mazzone-Baggio porta le rondinelle alla salvezza per quattro stagioni consecutive e le spinge fino alla quasi qualificazione in Coppa Uefa: celebre, tra le altre, la sfida contro l’Atalanta, terminata per 3-3 con un gol del Codino al termine dell’incontro e con la corsa di Carletto sotto la curva avversaria.
Nel 2009 il Barcellona vince la Champions League e l’allenatore dei blaugrana Sep Guardiola dedica la vittoria proprio a Carlo Mazzone, suo allenatore ai tempi del Brescia.