Biscotto, accordino tacito, chi s’accontenta gode. Tanti commenti, tra il malizioso, il fazioso e il tifoso andante, si sono scatenati sul web ieri sera, all’ indomani del pareggino a reti bianche tra Juventus e Atletico Madrid, risultato che ha partorito, da esito quasi annunciato, il passaggio del turno dai bianconeri come secondi e quello dei Colchoneros in vetta, allo “Juventus Stadium”. A entrambe bastava un segno “X” per superare il turno e conquistare l’accesso agli Ottavi di Finale. E il “Meglio due feriti che un morto” di Agroppiana memoria, poi riportato in voga da Gigi Buffon un biennio fa, ha avuto validità, con annessa divisione tra i sostenitori del calcio giocato con ardore fino all’ultimo secondo, e coloro i quali mediano tra interessi (risultato da raggiungere e derivanti economici) e spettacolo (poco, quello visto ieri sera a Torino).
Il conflitto sportività-efficacia torna in ballo in questi casi. Ma parliamoci chiaro, nella vita non siamo fatti di compromessi? Juventus e Atletico ci hanno provato per 60 minuti, salvo poi deporre pacificamente le armi, guadagnarsi qualche fischio sanzionatorio nel finale e festeggiare insieme il raggiunto obiettivo. Nella memoria abbiamo tanti “biscotti” recenti, tra tutti il celebre 2-2 tra Svezia e Danimarca. Un modo per ricordarci che l’onestà e la sportività non devono mai esser viste come un optional, perchè “la ruota gira”. Intanto, il calcio italiano tanto malandato si prepara a tifare Roma e Torino tra questa sera e domani, per festeggiare un “6 su 6” con percentuale di realizzazione massima: un traguardo minimo, probabilmente pronto a essere smentito nei prossimi atti delle competizioni. Ma in tempi di crisi, basta poco per accontentarsi.
(Twitter: @GuerraLuca88)