“Dopo aver allenato Bologna, Catania, Fiorentina, Nazionale della Serbia e Sampdoria, ecco Sinisa Mihajlovic rossonero. Con un curriculum di 156 panchine da allenatore in Serie A e 11 in Coppa Italia, oltre alle 9 gare di qualificazione mondiale con la Serbia, il tecnico di Vukovar approda al Milan. Compagno di squadra di Dejan Savicevic, gloria rossonera, nella Stella Rossa di Belgrado, Sinisa ha vinto molto da giocatore a livello internazionale, oltre a vari trofei nazionali, nelle squadre in cui ha militato sia in ex Jugoslavia che in Italia. Molto amico Mihajlovic di grandi stelle rossonere fra cui Andry Shevchenko, Filippo Inzaghi e Clarence Seedorf, è personalità calcistica riconosciuta a livello europeo”. E’ questo il testo del comunicato ufficiale reso noto dal Milan per annunciare l’arrivo in panchina di Sinisa Mihajlovic. L’allenatore classe 1969 ha firmato un contratto biennale e a Milanello sarà coadiuvato da Antonio Bovenzi, Alfredo Magni, Renato Baldi, Emilio De Leo, Vincenzo Manzi e Nenad Sakic, con i quali ieri ha già incontrato la dirigenza.

Sin qui nulla di strano, vien da pensare: e invece nel lungo curriculum del “Miha”, snocciolato con dovizia dal sito ufficiale rossonero, c’è un omissione della…Madunina. Mancano infatti i due anni da calciatore all’Inter, vissuti dal 2004 al 2006 con 25 presenze e 5 reti, e il biennio da vice di Roberto Mancini, sempre in nerazzurro. Una svista dell’ufficio stampa del club, considerando che si parla di squadre allenate, o un dispetto all’altra metà di Milano? A voler pensare male, e a giocare con l’ironia, sembra quasi una risposta alle frasi proferite da Sinisa nel novembre 2010: “Per come sono fatto io, non potrei mai allenare il Milan. Sono stato all’Inter, non potrei per rispetto verso i miei vecchi tifosi”. Nella vita si può sempre cambiare idea. A inizio giugno Mihajlovic aveva tentennato davanti a un sondaggio di Aurelio De Laurentiis proprio perché in attesa di segnali dal Milan. Segnali di fumo rossoneri tramutati poi in fumata bianca. Dimenticando l’Inter, in campo e fuori.